Lo scorso 26 luglio, il celebre sito britannico guitarguitar, leader nazionale nella vendita di chitarre, amplificatori e pedali, ha intervistato (tramite una call su Zoom mentre era ad Amsterdam) Dave Navarro: una chiacchierata di un’ora (di cui trovate la trascrizione integrale qui) i cui argomenti principali sono stati l’esordio con i Jane’s Addiction (band originale di Navarro), le avventure e disavventure sui palchi del Lollapalooza (festival nato proprio dalla mente di Perry Farrell, frontman dei Jane’s) e la sua nuova musica, ma nella quale hanno trovato spazio anche una manciata di domande sul suo stint nei Red Hot Chili Peppers tra il 1993 e il 1998 (dopo il primo abbandono di John Frusciante), che ha portato, come è noto, all’album One Hot Minute del 1995. Di seguito, trovate appunto la traduzione italiana di tali domande e delle relative risposte del chitarrista losangelino.
(A cura di Francesco Generale)
Penso che la prima volta in cui ti ho sentito suonare sia stata ai tempi di One Hot Minute. Sei uno dei miei chitarristi preferiti di sempre, per cui sarà un vero piacere per me.
Oh, ti ringrazio. A molte persone non frega granché di quell’album! Sai, musicalmente parlando i nostri precedenti erano così incredibilmente differenti da venire in un certo senso a galla in quel disco. Ne ho ascoltato un po’ di recente ed ero tipo “wow, alcuni di questi pezzi sono proprio fighi!”.
Oh yeah!
Perciò apprezzo ciò che hai detto, perché non fu ben accolto ma è questo ciò che ottieni quando prendi un tizio da una band che ha un sound distinto e lo incastri in una band che ha un altro sound distinto: è normale che ci si scontri un po’! Infatti nel 1997, quando Flea si è unito ai Jane’s Addiction per un tour, non usava plettri (mentre Eric li usa) e molte persone se ne lamentavano! (ride, n.d.r.)
Non si può piacere a tutti!
Facciamo del nostro meglio.
Esatto, e ci sono dei momenti fantastici in quel disco. Un giorno i pezzi andranno al proprio posto e la gente realizzerà che è uno dei migliori lavori dei Chilis.
Lo apprezzo molto. Ne vado fiero e mi divertii un sacco a lavorare e ad andare in tour con loro, soprattutto a suonare con Chad e Flea come sezione ritmica. Era come seguire un corso accelerato di timing e funk in ogni area musicale in cui non ero molto competente. Da allora ho continuato a suonare con letteralmente centinaia di musicisti e da ogni esperienza ho appreso qualcosa da portare a casa, nella mia band. Sono veramente grato per il tempo che ho trascorso con loro, perché ho imparato tanto.