VeniceQueen.it

RHCP Italian Community since 2004

Raduni

2014/09/27 - 10° Raduno @ Hard Rock Cafe, Firenze (FI)

2012/10/27 - 9° Raduno @ Corallo Rock Club, Scandiano (RE)

LIVE SET – Elfruscio tribute (Pistoia)

01 – Communique
02 – Walls
03 – The Will To Death
04 – Ascension (special guest *Ntjr*)

LIVE SET – One Hot Minute (Rho, Milano)

01 – Intro Jam (Slane Castle version)
02 – By The Way
03 – Dani California
04 – Look Around
05 – Otherside
06 – Blood Sugar Sex Magik
07 – Higher Ground
08 – Jam
09 – Californication
10 – True Men Don’t Kill Coyotes
11 – The Power Of Equality
12 – Wannabe by Spice Girls cover jam
13 – Stone Cold Bush
14 – You’re Gonna Get Yours
15 – Give It Away

LIVE SET – Get On Funk (Padova)

01 – Shallow Be Thy Game
02 – Good Time Boys
03 – Can’t Stop
04 – Scar Tissue
05 – Suck My Kiss
06 – Monarchy Of Roses
07 – Savior
08 – Blackeyed Blonde
09 – Venice Queen
10 – Around The World
11 – Fire

2010/10/16 - 8° Raduno @ Controsenso Club, Prato (PO)

Recensione di Alberto Rossi

C’è qualcosa che fai finta di non aspettare, ma alla fine lo aspetti … Un anno, fra duro lavoro e tanta soddisfazione allo stesso tempo, dettata sempre dal precedente evento che poi si riversa tutta nel successivo, e così via, all’infinito (si spera).
Emozioni, ricordi che vanno e vengono, tornano in superficie con dei deja-vù a metà fra il sogno e la realtà .. perchè è questo il clima che si respira ad un Raduno, a metà fra sogno e realtà. E la metà è la passione che unisce e crea, che ci spinge a bruciare chilometri su chilometri per (ri)trovare sorrisi e volti familiari, conoscerne altri che lo saranno pressochè istantaneamente, lievitare in uno status di tale complicità che c’è da meravigliarsi, ogni volta … con voi …
Torniamo a giocare in casa dopo due fantastiche esperienze: Brescia 2008, Bari 2009.
Il tempo passa, i pilastri della community rimangono intatti, altre new entry continuano a spuntare e, quasi senza conoscere il nome del nostro portale, si buttano all’avventura come dei dannati, per poi non pentirsene mai, segno che anche il clima che regna prima durante e dopo l’evento è rimasto intatto. Ed è sempre questo l’intento e, a pensarci bene, non Vi riesce per niente male !
Si fanno dei piccoli passi avanti, che sono piccoli sì, ma in alcuni frangenti ci fanno sentire grandi.
A livello “spettacolare” della serata devo come sempre tirare su dal cilindro dei ringraziamenti il nome di Turi, che ci ha preparato quel bel banner che avete avuto modo di adocchiare durante la serata, appeso dietro al palco del Controsenso Club, locale che ha permesso il nostro grande “ritorno a casa”.
Proprio del Controsenso vorrei parlare, un locale che forse a vederlo così a primo impatto potrà sembrare ampiamente “scarno”, ma ha un cuore .. e questo cuore lo dobbiamo alle persone di Samuele e Damiano (i “boss”), professionali e passionali, maniacali nell’organizzazione, con un grande senso di valore della parola “Musica”, e di tutto un universo che ci sta dietro che la community ha fatto sbarcare là quella sera, in pieno stile Raduno, come sempre.
E quindi, quando i Raduni escono bene, lo dovete anche a chi ci aiuta, a chi sta dietro le quinte e che, pur indirettamente, mette la faccia su questo tipo di eventi targati VeniceQueen.it .
Viaggiamo sempre su piccole cose, tipo le videoproiezioni o l’impacchettatura dei regali, abbastanza elegante da farci sembrare persone serie ..
Ma sappiamo che è così che si “lavora”, la gente apprezza, sorride e se ne va lasciandoti un pezzo di gratitudine che, pur implicitamente, riesci a percepire e ad accumulare nell’angolo dei bei ricordi da portare con te…
E a proposito di ricordi, questo Raduno, se ancora non si fosse capito, lo abbiamo interamente dedicato al nostro amico Armando (kissarmy per i più) … chi ha presenziato avrà sentito la mia voce spezzarsi in quei cinque scarsi minuti di lettura “a papera” (mi scuso, ma l’emozione ha impedito di fare altrimenti) di un pensiero scritto di getto una o due notti dopo aver appreso la tragica notizia.
Non è buonismo, è pura e semplice gratitudine e ammirazione per chi, da lassù, dice di non esserci più ma che in realtà naviga ancora fra le note di una musica che non dimenticheremo mai: le sue parole ed il suo affetto per noi.
Venendo alla serata, musicalmente parlando, siamo ancora una volta ultrasoddisfatti del rendimento degli artisti reclutati: il tributo a Frusciante (curato da elfruscio) ha riscaldato la serata in un clima ancora ‘intimo’ per i più appassionati e fanatici (e perchè no, nostalgici). I più non avranno apprezzato in pieno, ma hanno sicuramente gradito questo ingresso alla serata.
Arrivano i giovani Hot Momo, quasi compaesani del sottoscritto, scoperti ‘quasi per caso’ e reclutati riponendo in loro un enorme fiducia e aspettativa (senza nemmeno averli sentiti dal vivo una volta!). Il gruppo di apertura deve apparire, deve spezzare la scena, rompere la tensione, iniziare a smuovere le chiome funkettone, in poche parole … sorprendere. Magari già dall’apparenza, e loro decidono di farlo trasformandosi in giganteschi peperoni rossi. La loro scelta a livello di set-list è congrua al compito di band-opener: si susseguono le più grandi hits dei Peppers in modo liscio e spensierato, ma allo stesso tempo schiaffandoci sopra ottime dosi di tecnicismo e fedeltà di suond rispetto alla controparte originale (Throw Away Your TV ne è l’esempio più lampante). Ci si gioca l’asso nella manica Ready Made, da annotare per l’ottima esecuzione, una grintosissima Blood Sugar Sex Magic per i fan più datati, ed infine come non citare una divertentissima versione di Good Time Boys, smussata a tratti nei riff da una rilettura vagamente funky proposta dal chitarrista.
Il pubblico è coinvolto al massimo, balla e intona le note, e qualcuno (vedi il sottoscritto) si ritrova pure “costretto” a collaborare sul palco per cantare Snow … come se non fosse bastata l’Ascension improvvisata totalmente durante il tributo frusciantesco … che emozione !
Tornano sui lidi pratesi i ben conosciuti Jack Frusciante e Gli Usciti dal Gruppo che rimangono, almeno per noi dello Staff, sempre una più che grande conferma di “fancazzismo” (passatemi il termine) e di funk allo stesso tempo, per la loro voglia di intramezzi jam sparati qua e là durante la loro esibizione. Ci vanno sempre duri a livello di stacchetti, partono da una grande intro di Freaky Styley per raggiungere la perfezione su My Lovely Man e sfasciare tutto su Higher Ground e Stone Cold Bush. Pilastri!
Non ci sono molte altre parole da spendere, non perchè quello appena passato fosse ben l’8° Raduno che abbiamo portato in giro per l’Italia, questa volta tuttavia giocando in casa !
Sarà che le emozioni, per quanto ‘ripetitive’, sono sempre ‘uniche’ ed, è difficile crederci, sempre più ardue da trascrivere.
Ci bastano i sorrisi (di tutti voi), gli occhi lucidi delle vostre ripartenze (Lucia ti ho beccata sai!), il pranzo domenicale in famiglia (Anna & co., ve lo dovevo!), tornare qui e leggervi soddisfatti e felici di aver condiviso qualcosa insieme, questo sentirsi un’entità unica sempre divisa fisicamente ma sempre in contatto passionalmente, più di quanto si possa immaginare forse …
Ci basta questo: questo attaccamento e questa passione che, assieme, sono il collante di tutto ciò.
E il collante siete VOI. Di tutto ciò.
Grazie, per l’ottava volta !

Lo staff di Venicequeen.it, nelle persone di Fabio (*sir psycho sexy*) e Alberto (*ntjr*), ringrazia di cuore tutti coloro che hanno partecipato all’evento di sabato scorso, in primis i forummisti accorsi a Prato col solito calore ed entusiasmo nei nostri confronti. Sappiamo benissimo che è un momento in chiaro/scuro per molti, se non per tutti, a livello economico. Per questo, vedere che delle persone sacrificano parte del loro denaro e del loro tempo per non mancare a questo appuntamento annuale, ci riempie ancora più di gioia e ci motiva anche per il futuro a proseguire su questa strada con ancora maggiore convinzione, passione e professionalità (elementi che non sono comunque mai mancati).Un ringraziamento particolare va a Samuele e Damiano, responsabili del Controsenso Club ed a tutto lo staff del locale, dai baristi ai fonici, arrivando sino alla sicurezza ma anche alle cover band: gli Hot Momo per noi sono stati una piacevole scoperta, i Jack Frusciante una conferma rassicurante. Grazie anche ad ElFruscio che ha deciso di sostituire, a sole 48 ore prima dell’evento, il dimissionario Leo13 per l’esecuzione di alcune splendide cover di John Frusciante.
Adesso possiamo solo rimandarvi al nostro forum, dove al seguente LINK si possono scrivere le impressioni sull’evento, mentre a quest’altro LINK si possono postare foto e video della serata.

LIVE SET – Elfruscio (acoustic tribute to John Frusciante)

01 – Invisible Movement
02 – With No One
03 – Lever Pulled
04 – Ascension (special guest *Ntjr*)
05 – This Cold
06 – The Mirror
07 – Carvel (snippet)
08 – Song to The Siren

LIVE SET – HotMomo

01 – Can’t Stop
02 – Around The World
03 – Under The Bridge
04 – Aeroplane
05 – Scar Tissue
06 – Ready Made
07 – Good Time Boys
08 – Blood Sugar Sex Magik
09 – Snow ((Hey Oh)) (special guest *Ntjr*)
10 – Throw Away Your Television
11 – Easily
12 – Give It Away

LIVE SET – Jack Frusciante e Gli Usciti dal Gruppo

01 – Freaky Styley (intro)
02 – Dani California
03 – My Lovely Man
04 – By The Way
05 – Higher Ground
06 – Blackeyed Blonde
07 – Stone Cold Bush
08 – Police Helicopter
09 – If You Have To Ask
10 – Suck My Kiss
11 – Apache Rose Peacock
12 – Give It Away


VIDEOPROIEZIONI

– A special tribute to kissarmy

– Mix RHCP Live@Stadio Friuli di Udine, 28-06-2007
– Sir Psycho Sexy/They’re Red Hot Live@DatchForum di Milano, 30-11-2006
– Mix RHCP Live@Alcatraz di Milano, 29-04-2006
– Mini Epic/My Lovely Man Live@Rock AM Ring 2004

2009/10/10 - 7° Raduno @ Target, Bari (BA)

Recensione di Alberto Rossi

Ci siamo ragazzi, siamo tornati, di nuovo. Con un nuovo Raduno nazionale, stavolta a Bari. Destinazione niente male, forse più adatta per un raduno da spiaggia, se non fosse che ormai ottobre segna dallo scorso anno (a Brescia) l’appuntamento con la festa di VeniceQueen.it, di tutta la community e ovviamente di tutti i fans dei Red Hot sparsi per lo stivale. Ricordo ancora quando Camilla scherzava con noi admin del sito su un vero e proprio raduno in spiaggia, rigorosamente in chiave acustica … beh, questo tipo di raduno non l’abbiamo ancora approcciato, fatto sta che un aereo in partenza ad una stramaledetta ora della notte ci ha portato in questa splendida città del Sud. Per onorare ancora una volta il nome dei Peppers, quello del sito e della community che si espande a macchia d’olio e tiene incollato lo stivale, da una sua estremità all’altra. Il solito spirito, insomma, quello che sappiamo cucirci nell’anima, cullare per tutto un anno per poi sfoderare per la grande festa. Premetto che le difficoltà affrontate stavolta son state disumane, a partire dalla scelta del locale che ci ha visti un po’ dubbiosi ma che poi s’è fatta ripagare del sudore versato. Si è passati dal Nordwind, per poi arrivare al Target Club. L’impegno di Tommaso, cantante degli 8Kilpers, e dei ragazzi delle band, di concerto con Flavio (direttore artistico del locale) ha fatto sì che alla fine tutta la logistica fosse al servizio della serata, nella maniera più professionale che si potesse … un po’ come a Brescia l’anno scorso. L’adrenalina che sale nell’attesa dell’arrivo della banda venicequeeniana al locale, mentre sistemo le mie amate videoproiezioni … la preoccupazione che tutto, dopo quasi un anno di lavoro, vada nel migliore dei modi, che ogni singolo metro percorso da tutti voi sia “giustificato”. È un ripetersi, ad ogni raduno … sempre più. Nonostante nei giorni precedenti ed in tutte le fasi organizzative sia io che Fabio ci sentiamo più “padroni” della situazione e ci muoviamo con maggiore sicurezza, il cuore a mille è più che incontrollabile nelle ore immediatamente precedenti all’evento. Voglio dire, si tratta pur sempre di qualcosa di Nazionale. E poi … come dire, siamo sempre NOI. In tutto e per tutto, vecchi e nuovi compagni di viaggio, questi ultimi pronti ad arruolarsi all’armata del funk dopo sole due settimane di permanenza sul forum (m12 e dariopsy da Napoli ne sanno qualcosa)! Come si fa a non amarvi ? Famiglie redhottiane al completo, che accorrono ad eventi del genere e vedi che riesci a strappare i loro sorrisi, palpi a mani nude la loro gioia di esser lì per un nome che ci accomuna e per una passione che ci riscalda. È questa la ricompensa che per noi è senza prezzo e ci spinge ad andare avanti. Il raduno quest’anno è arrivato a celebrazione di tanti altri piccoli/grandi cambiamenti ed eventi significativi: i 10 anni di Californication, il restyling di sito (grazie Turi) e forum (grazie Lory), l’ascesa di un grafico niente male (grazie a Mr La Tona per il trailer) e quella del nuovo merchandising purtroppo non presentato durante la serata barese, ma già disponibile come da topic sul forum (e grazie marty per le spille, oltre che per la locandina dell’evento). Spero di aver riportato tutti i ringraziamenti che ho cercato di fare là su quel palco dove son salito… luce puntata negli occhi, mente offuscata dai canguri (perché noi veniamo da Zelig, se ancora non lo sapevate!), leggera ma palpabile tensione (sempre meno che a Brescia eh, anche perché non ci voleva molto direste voi !) …. Vorrei confrontare i video dei due discorsi introduttivi (forse la scelta si baserebbe sul criterio del “meno peggio”!). Le band si son rivelate spettacolari nelle scalette, supportate da un’ottima acustica del Target (grazie al buon lavoro dei tecnici audio/video a proposito!): con i Coffee Shop si spazia dai successi più invitanti al coro (By The Way e Otherside su tutte), alla chicca che dà loro il monicker, senza farsi mancare episodi di puro funk (Subway To Venus, Party on Your Pussy, Higher Ground). Spicca il talento del chitarrista, che butta là sul palco una notevole personalità alla ricerca di assoli reinterpretati in modo egregio. Un po’ tutta la band gli va dietro, in questo concetto di rivisitazioni e stacchi azzeccati e ben compatibili con lo spirito della serata. Tommaso porta poi sul palco il suo gruppo, gli 8Kilpers, insieme a tutta la grinta che si può. I ragazzi ci deliziano con scelte ricercate e sentitissime dal fan più accanito (Show Me Your Soul, Save the Population), pezzi da incorniciare per l’irrinunciabile invito al pogo libero (Skinny Sweaty Man, Fire, Search And Destroy, Me And My Friends, Stone Cold Bush). L’ABC del redhottaro insomma … È andato tutto come previsto, anzi no che dico … le nostre aspettative erano ben altre e son state largamente superate! Ci sentiamo ancora una volta di aver fatto centro, insieme a voi che vi “divertite” ogni volta a smentirci, con quel briciolo di pazzia che accompagna ogni passione più sfrenata. Dal Nord al Sud, la vita è sempre più bella … Around The World!

LIVE SET – Coffee Shop (non in ordine)

01 – Aeroplane
02 – Around The World
03 – By The Way
04 – Coffee Shop
05 – Hump de Bump
06 – Right On Time
07 – Higher Ground
08 – Party On Your Pussy
09 – M.S.I.B.M. (Coffee Shop)
10 – Otherside
11 – Scar Tissue
12 – Dani California
13 – Subway To Venus

LIVE SET – 8Kilpers (non in ordine)

01 – Yertle The Turtle
02 – Give It Away
03 – Skinny Sweaty Man
04 – Show Me Your Soul
05 – Suck My Kiss
06 – Fire
07 – You And Whose Army? (Radiohead Cover)
08 – Stone Cold Bush
09 – Parallel Universe
10 – Save The Population
11 – Blackeyed Blonde
12 – I Could Have Lied
13 – Me & My Friends
14 – Search & Destroy


VIDEOPROIEZIONI

– Sequenza animata in playback durante i concerti con foto varie sui RHCP

– Milano 1992
o Crosstown Traffic
o Funky Crime
o Give It Away
o Jam
o Party On Your Pussy
o Stone Cold Bush

– Sashimi 1999
o Emit Remmus/Interview/The Power Of Equality
o Yertle Trilogy

– FestivalBar 1999
o Around The World
o Scar Tissue

– Roma 2003
o Venice Queen
o Fire

– Milano 2003
o Minor Thing
o Soul To Squeeze
o Warm Tape

– San Siro 2004
o Get On Top/Black Cross/I Like Dirt
o Kill 4 Your Country

– Alcatraz 2006
o Can’t Stop
o Dani California/Charlie/Tell Me Baby
o By The Way/For Emily/Interview MTV
o Give It Away/Me & My Friends

– Datchforum 29/11/06
o Blood Sugar Sex Magik
o Nobody Weird Like Me

– Datchforum 30/11/06
o Funky Monks
o Sir Psycho Sexy / They’re Red Hot
o Higher Ground


REGALI PER IL PUBBLICO

– n. 1 CD – The Red Hot Chili Peppers [Remasters]
– n. 1 CD – Unbridled Funk’n’Roll 4 Your Soul [EP]
– n. 2 T-shirts della Community VQ.it / JF.it
– n. 7 Locandine dell’evento formato A4, su carta fotografica lucida, numerate in “Limited Gift Edition”
– Barilotto 5 litri Heineken

2008/10/11 - 6° Raduno @ Latte+, Brescia (BS)

Recensione di Alberto Rossi

L’evento dell’anno, almeno per noi del sito VeniceQueen.it, questa volta ci porta ad impugnare un bel pennarello in mano e fare un’altrettanto bella “X” sul Sabato 11 Ottobre 2008. Dopo le precedenti 5 “X”, arriviamo alla sesta con alle spalle ricordi, emozioni, stralci di vita puramente funk vissuta in giro per il Bel Paese. Ed è appunto la volta buona che veramente ci siamo decisi di andarcene un po’ in giro, vuoi per le richieste di chi magari non aveva potuto impugnare un pennarello e segnare nemmeno una delle precedenti 5 “X”, vuoi per il gusto di affrontare la “sfida”. “Non è stato facile trovare contatti al Nord” è questo che riporto qui testualmente dal discorso (e che discorso!) con cui ho introdotto la serata. Ti ritrovi su un palco in veste di organizzatore, ti accorgi di un botto che i sei mesi appena trascorsi sono scaduti, che arriva il “tuo” momento. Ma più che “mio” direi assolutamente “nostro”. Un sorso d’acqua, l’invano tentativo di aggiustare il microfono (o anche semplicemente far finta di farlo), un’occhiata a quella che cerchi (e vorresti) tenere in pugno: la situazione. Fugge e si nasconde dietro un misto di emozione, entusiasmo, tensione … del tutto prevedibile sì, ma non fino a quel sorso d’acqua, accidenti ! Analizzando l’evento a 360° è davvero sorprendente scoprire come sia stato necessario il nostro sbarco al Nord: per primo torno a ribadire le motivazioni precedenti e permettetemi un grosso e doveroso inchino a chi ci ha dato stimoli per salire a Brescia e si è fatto trovare pronto a ripagarli, con l’amore e il sangue drogato di funk all’inverosimile. Per secondo, mi sono (e credo di parlare anche a nome del mio collega Fabio) capacitato che, per quanto uno Staff organizzativo come il nostro possa prendersi tutta la calma che 6 mesi ti sanno dare, se fosse venuto a mancare ciò o chi è stato in grado di ascoltare il nostro lavoro, condividerlo, accettare la nostra “sfida” e … crederci, sapendo di avere l’esperienza e la professionalità dalla sua parte … beh … tutto sarebbe stato vanificato. Ed invece no, sono qua a smentirlo, oggi come non mai. E credo che come me e Fabio, molti altri di voi, gente funkettosa al 110%, possiate tranquillamente unirvi alla mia analisi. Grazie quindi a Tiziano e a tutto lo Staff del Latte+ di Brescia, che non ci ha fatto mancare davvero niente, a partire dalla tranquillità e la serenità che ci hanno permesso di gestire al meglio una serata così impegnativa, di fronte al nostro e al loro pubblico: e il locale è già in prima serata caloroso e quanto di più intimo ci si potesse auspicare. Una cornice perfetta in cui inquadrare una serie di istantanee da aggiungere ad un repertorio emozionale già di per sé incredibile. Non tolgo niente alle precedenti edizioni, assolutamente … senza di quelle manco saremmo qua. E vorrei ancora una volta ribadire con molta onestà la primordiale paternità di questo evento allo spunto organizzativo di cover band dell’hinterland romano come Blood Sugar Sex Magik e Rosso Riflesso. Forse è proprio da qua che devono partire i miei ringraziamenti (cosa che VOLEVO citare nel discorso iniziale ma come dicevo prima c’è stato un “piccolo” imprevisto emotivo). Certo è che noi, assieme a voi, abbiamo amplificato questo input all’inverosimile, creando ciò che si può misticamente riassumere in una parola tanto cara al nostro John: “extramovement”. Ma a Brescia sembrava tirare un’aria diversa: i ragazzi e le ragazze del forum puntualissimi per la cena (ennesimo inchino), i video che una volta tanto rullano e vengono seriamente apprezzati, la puntualità dei set live che spacca il secondo, nessun problema a livello di acustica e/o strumentazione … e, anche se potrebbe sembrarvi un’inutile lista della spesa, non lo è affatto! L’insieme di questi fattori lo apprezzi quando sei parte del pubblico certo … ma, se sei dietro l’evento da sei mesi e arrivato lì vedi secondo dopo secondo quella serie di istantanee distendersi davanti ai tuoi occhi, per giunta con impressionante (e spero meritata) naturalezza, beh … allora lasci che siano quei momenti di pura festa funk a parlare per te. Veniamo al capitolo live: innanzitutto un “grazie ai Red Hot Tribù che ci hanno guidato verso questa scelta e ai Jack Sfregiato che si sono uniti”. I più giovani sono proprio i Jack Sfregiato che salgono sul palco per primi: rompono il ghiaccio alla grande e lo fanno con Easily. Il loro set appare scaltro, spudorato e il feeling con il pubblico è già alle stelle su If You Have To Ask. Per niente tecnicistici e molto molto genuini, i primi quattro Peppers di questa serata bresciana ci presentano una versione di Charlie che, fra le poche presenti da Stadium, ha saputo rappresentare il disco al meglio delle sue potenzialità che gli originali trasportano nei live. È ottima anche la presenza scenica: il bassista (che è un “incrocio” fra il John elegante del tour 2006-2007 (camicia e corpetto) e il Flea di Mother’s Milk per il cappello a bombetta e i pantaloni pesanti minimo 10kg per via dell’esercito di pupazzi schiaffatoci sopra. Gli altri 3 sono tutti in linea con i look più “attuali” delle rispettive controparti. Altra chicca della serata è Party On Your Pussy, anche questa molto fedele ai live dell’epoca. Falling Into Grace ci viene proposta in una versione più distorta, e soprattutto un po’ meno funky per quanto riguarda la chitarra di Andrea nel ritornello. Il vocalist Mario non si scoraggia e si adatta alle scelte chitarristiche con un cantato un po’ più spigoloso, ma comunque azzeccato. Seguono My Lovely Man (e delirio fu!), Californication e l’unica “cover della cover “della serata: I Get Around dei Beach Boys. La vera standing-ovation arriva però su Sir Psycho Sexy: fulcro dello show dei Jack Sfregiato riassume la loro essenza di cover band concreta e diretta. In chiusura Throw Away Your Television ruba minuti vitali a quel paio di cover del John solista in cui si sarebbe cimentato il chitarrista nel mini-set acustico previsto e poi saltato appunto per motivi di tempo. Peccato, sarebbe stato davvero l’intermezzo ideale a rendere la serata davvero perfetta! Tra gli applausi i 4 si dileguano e nel backstage ricevono i miei dovuti abbracci e complimenti. Quanto sono ricchi questi momenti ! Mi piace troppo andare là dietro, vivere la tensione prima del concerto ed incoraggiarli, e poi tornare per respirare la gioia del dopo-show in un liberatorio sorriso! Il gradevole intermezzo ci è offerto interamente dalla grande figura del boss: battutine e quiz troppo fuori dagli schemi che spiazzano non poco il pubblico e, soprattutto, gli sventurati partecipanti al gioco. Puntualissimi, anche qui, riusciamo a far partire la seconda fetta di serata: i protagonisti questa volta sono i Red Hot Tribù che aprono con Can’t Stop. Il pubblico, che si era adagiato per un attimo non ci pensa due volte a ripartire più forte di prima. Bastano due pezzi, l’opener appunto e la successiva Get On Top, per far conoscere al Latte+ l’altra faccia di questo nostro “Uplift Mofo Party Plan”, quella che i Red Hot Tribù han saputo regalarci con il loro modo di essere, più impostato rispetto ai colleghi. Dalla loro parte c’è l’esperienza che permette senza dubbio di spaziare nel repertorio a più non posso: è proprio il caso di parlare di UMPP quando parte l’inconfondibile riff di Backwoods. I veri fans stentano a crederci, c’è chi rischia di sentirsi male: ma è tutto vero. Il crossover è qui servito con tutta la personalità richiesta. Tornando alle ultime hits dei Peppers, ecco arrivare Fortune Faded che ci introduce ad una chicca “da raduno”: Coffee Shop. Il sempre troppo dimenticato One Hot Minute si guadagna la sua meritata fetta di gloria, anche grazie ad un ottimo lavoro basso-batteria. Non si cede, i ritmi vengono mantenuti frenetici da Around The World e Suck My Kiss, dove più volte Emanuele (il cantante) si tuffa in mezzo al pubblico per respirare l’aria della festa, quella vera e propria che come e solamente ad eventi di questo genere puoi vivere. Arriva il momento di staccare un po’ la spina, di far calare i battiti cardiaci: per questo il duo Venice Queen – My Friends fa calare quel pathos magico, fra fiammelle di accendini sventolanti, sinceri abbracci e melodie cantate col cuore in gola. Si prosegue in sequenza con Parallel Universe (segnata da qualche malinteso interno) e le altre hits Dani California, By The Way e Otherside. Fra gente che sale sul palco in veste di corista (vero Roscio ? ) e altri che da sotto quasi fingono di essere sull’orlo di una crisi di nervi pur di ottenere il microfono del cantante: la voce dei Red Hot Tribù non si fa troppi problemi a cedere la scena in varie occasioni, in piena armonia con l’anima sempre più festaiola, che ha saputo dominare l’evento (e noi stessi) dal primo saluto scambiato sino alla chiusura della serata. Si chiude appunto con Under The Bridge e Give It Away. Durante la prima stento a crederci, ma quando per caso il mio sguardo cade sul telo dedicato alle videoproiezioni, mi rendo conto che stanno scorrendo i fotogrammi del relativo videoclip (disposti e riprodotti in ciclo casuale durante tutto il set). E mi domando: “una pura casualità o l’ennesima conferma di una serata magica?” Di conferme non ce n’era davvero bisogno; c’era solo bisogno del vostro amore per il funk, e ancora una volta l’avete dimostrato. L’avete dimostrato da un punto di vista musicale ballando come dannati, da quello umano per il vostro senso di aggregazione e di amicizia a cui ogni community aspira. E se vorrete confermarci tutto questo al prossimo “Uplift Mofo Party Plan”, restate col pennarellone in mano, pronti a depositare una settima “X” con la quale ci auguriamo di dimostrarci NOI, ancora una volta, alla vostra altezza … “Questo è stato un raduno fantastico! Vi aspettiamo al prossimo … non si sa ancora dove, non si sa ancora come, non si sa ancora quando, ma noi ci saremo”.

2007/12/01 - 5° Raduno @ Totem Village, Velletri (RM)

Recensione di Fabio Cusano

La gestazione che ha portato al parto del 5° raduno nazionale dedicato ai Red Hot Chili Peppers non ci ha visti per la prima volta come padri biologici, ma questo ha fatto sì che alla fine ne venisse fuori una perfetta dimostrazione di come la pura passione verso una band ed in particolare per il funk epidermico di quattro ex ragazzi provenienti da Los Angeles vada anche al di fuori di un contesto “lavorativo”. Leggere nelle settimane antecedenti al raduno di come solo la forza di volontà di qualche ragazzo appassionato di musica sia riuscito alla fine ad organizzare un evento di portata nazionale mi ha fatto riflettere a lungo e positivamente. Quindi, in questa occasione il rischio di fare dei ringraziamenti di troppo è dietro l’angolo e pressante, ma tagliamo subito così la testa al toro dicendo bravi a quei ragazzi che sabato hanno imbracciato microfoni, bassi e chitarre, stecche (non “de Chad”) ma che hanno fatto un lavoro di tessitura all’evento che forse non ha molti precedenti a livello di adunanza. Bravi ragazzi. Finita la premessa, un altro rischio potrebbe essere quello di fare una cronaca cronologica dell’evento, magari lasciando ingiustamente fuori qualche chicca di situazione o qualche persona, come può essermi capitato in passato. Spesso si scrivono tre, quattro, cinque pagine di resoconto credendo di dire tutto e parlando di tutti, invece si espande all’inverosimile la propria voglia di scrivere e di dimostrare, anche quando non c’è ne è bisogno. La vera forza che traina spettacoli come questi, non è solo la comune passione verso quattro superstars del rock mondiale, ma bensì una sana attitudine a socializzare, a farsi nuove amicizie, a crearsi nuovi amori o passioni momentanee, come a voler formare più o meno volontariamente un piccolo tassello da aggiungere alla costruzione della nostra vita. Ecco perchè spesso, quando si è soli e magari un po’ giù di morale basta leggere sul forum le impressioni di chi quella sera era lì, seduto al tuo stesso tavolo oppure ballava con te sotto il palco; magari aveva la responsabilità di trascinare la platea dal palco, o più semplicemente stava effettuando un lavoro più “sporco ed invisibile”, per tirarsi su di morale. Non c’è medicina migliore dei ricordi, positivi o negativi che essi siano. Così, quella magia che spesso ritroviamo nei concerti di Kiedis & Co., in un loro pezzo, o magari in un assolo di John alla chitarra si è ripetuta fedele ed immensa sabato scorso. Quindi non mi soffermerò troppo per scelta sui gruppi, i complimenti loro li hanno ricevuti di persona e li stanno ricevendo sul forum. Ottime tutte le cover band, al di là del discorso tecnico, per il cuore che ci hanno messo: dai Socks On Fire della scalmanata 87flea87, col suo abbigliamento a geisha e con quel carisma che è necessario (ancora prima di una performance tecnica di primo livello) per far si che il “rock’n’roll show” abbia un senso compiuto. “Venice Queen”, non è stato solo un tributo alla nostra community, ma bensì un pezzo che ormai per chi sta leggendo assume un significato ben maggiore di quello di una canzone che accomuna il dominio di un sito. Un qualcosa di magico.. appunto. I Freakapotamous, quelli dell’attitudine più punk (altro comune denominatore che ha legato le 4 esibizioni), si sono lasciati andare alla cerimonia funk più “freak” possibile, sciorinando i pezzi di un passato che oggi la controparte originale ricorda sempre meno e sempre meno volentieri. Con “Parallel Universe” arriva così l’ennesima scossa elettrica a mo’ di sabba, con “Give It Away” l’ennesima danza sciamanica. Le Scimmie Rosse invece, causa defezione di Fuzz che è stata sostituito alla voce da uno dei Village People (scarcerato per l’occasione) e persi i costumi di scena si è esibito solo in mutande con un evidente rigonfiamento nella zona pelvica…quando si dice i trucchi del mestiere. “Knock Me Down” sembra ormai un classico di questa sgangherata gang romana, “Suck My Kiss” un pezzo cucito addosso per le tante allusioni sessuali del vocalist rosso crinito. Ah, San Fuzz da Pietralcina!. Chiudono, che siamo già a domenica 2 dicembre i giovanissimi Funky Angels, che nonostante l’età, si sono dimostrati mestieranti di grande affidabilità chiudendo così, tra le note psichedeliche e lisergiche di “Sir Psycho Sexy”, la melodia di “Californication” e la finale “By The Way” la manifestazione tra i corpi sudati e pieni di testosterone. I problemi tecnici, qualche scalmanato ubriaco ed i soliti “broncioni” (quelli più da pubbliche relazioni che lì per divertirsi) sono l’addobbo (siamo in clima natalizio, passatemela) di una festa che tra piccole sbavature ed imperfezioni è invece riuscita perfettamente laddove doveva riuscire. Nel far sì che tanta gente si riunisse e festeggiasse, gioisse e si divertisse. Piccole grandi istantanee da Velletri, per la terza volta in due anni, per una notte capitale del funk. Rivedremo così un giorno quelle fotografie magari consumate nella loro stampa del tempo che procede inesorabile, ricorderemo (magari non del tutto) piccoli ricordi di una serata vissuta insieme. Però, meno di una pagina di Word, chiamiamoli progressi di sintetismo.

Recensione di Gidan Razorblade

Miles and miles ….

Sì, tutti in attesa della nostra sfida, intrepidi viaggiatori scampati alla furia bucolica della periferia Friulana, che intorno alle cinque del pomeriggio, si addentravano nei meandri della via Appia, dopo telefonate di ricognizione e strade serrate. In doppia macchina, modalità Processione (il Roscio ha una concezione tutta sua di rallentamento, ma qualche breve nozione durante il tragitto ha evitato che il nostro arrivo in sede coincidesse con la stella natalizia), stereo a palla con ovviamente la compilation appena fresca di stampa e i consueti discorsi in bilico tra l’ironia e l’aggiornamento personale, conditi da imprecazioni per percorsi errati o eccessivamente in salita. La giornata cala le sue luci naturali mentre noi siam più o meno a metà strada, giusto in tempo per scoprire un inquietante cartello direzione “Napoli” che non scoraggia i nostri prodi. Si arriva.
Giusto il tempo di goder dell’ampio parcheggio del Totem (riservato probabilmente solo ai camerieri e ad una manciata di tricicli) per decidere di destinar la macchina accanto alla strada, col brivido che se la portino via (o un ladro, o magari un camion con una buona mira alcoolica).
Per qualche astruso motivo, siamo impossibilitati a pagare immediatamente le odiate 5 euro ed entrare nel locale, ma in compenso intravediamo i musicisti entrar e uscire dalla porta durante il soundcheck, ciò ci fa inneggiare ad un walkabout nei vasti dintorni:
1) Bar rustico con pizze alte un gradino ma con un accogliente e labirintico bagno, per lo meno utile una volta che memorizzi il percorso d’uscita, probabilmente gli assenti alla serata annunciati, staranno ancora vagando in quel loco.
2) Eleganti tavolini all’aperto decorati con un improbabile celestino/bianco contornato da luci a mo’ di rustico albero di Natale gigante.
3) Ingombrante menù firmato coca-cola alto quanto un bambino di dieci anni, sadicamente posto all’entrata per render più difficile la retromarcia del conducente di turno quando si accorgeva di quanto detto sopra sulle collocazione dei veicoli.

Fortunatamente con i minuti arrivano anche i nostri, e scambiar parole è sicuramente più appagante di camminare. Nonostante quando varchiamo la porta del locale, si fossero fatte le 20 circa e le prove non ancora terminate (portando ad un allergia verso l’intro di Ready Made agli spettatori fino al 2009 viste le numerose esecuzioni di esso), ma finalmente possiamo notare l’efficacia dell’acustica, quasi maniacale nei dettagli del fonico, ottima anche la scelta di circondare la batteria di un vetro protettivo a modalità di studio di registrazione: sarà la carta vincente per il suond, le pelli infatti non manifesteranno mai una sbavatura nelle performance. Sempre a livello giusto.
Girandola di foto di rito, non importa dove sia il flash, ricorda quando parte, di sorridere a priori, basta questo insomma. Guardandosi in giro si nota pian piano il locale colmarsi, il tavolo “riservato al sito” è posizionato davvero a centro sala, e ci farà poi godere di un’ottima veduta anche dalle sedie stesse. Giungono i micragnosi antipasti ribattezzati “fantasia der macellaro“ (una fetta di salame, 5 olive, una scaglia di formaggio non identificato), fortunatamente le porzioni di pasta son più abbondanti e varie (c’è da scegliere tra ragù e un impasto di salsiccia e funghi, ma casualmente quasi tutti preferiscono prendere porzioni di entrambi, altri provano ad impossessarsi dell’intera teglia e altri ancora azzannerebbero anche i camerieri avvoltoi, che tentano di privarti di forchetta e piatto appena allontani gli arti dalla tavola). Un manciata di lancette alle 23, prima band on stage. Socks On Fire.
“Capitanati” dal furore della bassista Alessia, aprono le danze cercando una scaletta ricca di scambi stretti tra le corde e a climax per sfruttare la formazione a doppia chitarra (in modalità “Ritmica/solo”), efficace formula che porta al meglio esecuzioni di “This Velvet Glove” e “I could have Lied “. La ragazza vestita in orientale incita il pubblico e si occupa dei cori, mostrando un ottimo talento, sfoggiato con trasporto passionale verso lo strumento, e davanti a cotanta energia, l’esecuzione non impeccabile di Pea passa in secondo piano (l’ ha mai cantata decentemente almeno Flea?). Ciò che lascia invece con l’amaro in bocca son le doti del vocalist, l’antitesi del frontman per eccellenza, spesso immobile, imbarazzato, incomunicante col pubblico e spesso reo di sbagliar le partenze. Aggiungendo l’uso del leggio, sarebbe più accostabile a Flavio Oreglio che non a Kiedis. Fortunatamente i musicisti sanno efficacemente tener il palco con la loro incisività, altro picco di “The greeting song “, per poi concludere con il dolce omaggio alla community “Venice Queen”, che cade di tono solo nel cambio di tempo e dinanzi all’ennesima amnesia del vocalist.
Tempo dei saluti/inchini, a manifestare il ringraziamento della band.
È il turno dei Freakapotamus far gli onori di casa, in veste di organizzatori della serata e, con la band successiva, portatori della tendenza della serata a velocizzare i pezzi in scaletta, aumentandone i ritmi sincopati, a dispetto però del groove in sé. Con una lista più improntata sul crossover, si viaggia con “Get up and Jump“ (ove fortunatamente poi il cantante chiede di farsi alzare il volume, visto che tendevano a seppellirlo acusticamente parlando) passando per “Blackeyed Blonde“ e “21st Century “ (miglior loro esecuzione). Tralasciando l’orribile intermezzo di “Tiny Dancer”, la performance è tecnicamente discreta, anche se risulta più fredda della precedente negli entusiasmi degli spettatori, almeno fino all’esordio sul palco dello scatenato Roscio, tornado di entusiasmo che afferra il microfono per cantare la seconda strofa di Give It Away e far esplodere il delirio tra palco e prime file, con tanto di buttafuori che trascina via due ragazzi senza molti complimenti (uno era Blakie? Onore a lui!). Il tempo di una citazione frusciantesca del seppur Hilleriano chitarrista (sei corde a baciar l’amplificatore stile Red Square) e il tempo a disposizione finisce.
La prima cosa che risalta agli occhi delle Scimmie Rosse è l’età media della line-up, la più alta della serata. La seconda è che nemmeno a dicembre Fuzz sembra aver freddo: esordisce sul palco in boxer e cappello militare stile Tomahawk, tarantolandosi sulle note di “Funky Crime”, mantiene quanto promesso in anteprima. Non avrà le ottave di un cantante lirico, ma ce la mette tutta per divertire il pubblico e coinvolgerlo; gli tocca anche l’ingrato compito di intrattenere lo stesso, mentre il pedale della batteria decide bastardamente di cedere dopo una manciata di pezzi, ma non si scoraggia e con l’aiuto dei nostri cari admin pratesi temporeggia prima di ripartire, per poi constatare che nemmeno l’asta del microfono acquistata in mattinata non sia stato l’affare della sua vita. L’attitudine della prestazione è più sul punk, essenziale: unisce “If you have to ask” a “Walkabout” , con il loro rappato/cantato, a pezzi più melodici come “Aeroplane“, che paga ovviamente delle energie impiegate nel set, lasciata indi a cantare più al pubblico.
In ritardo di circa un’ora, salgono i Funky Angels, uno sguardo ai volti per notare che rappresentino il lato giovane del concerto, ma questo non inganna la gente rimasta a seguirli. Hanno dinamismo da vendere i quattro ragazzi, forti di una scaletta meno crossover e più rocker della serata, sorprendono i presenti con la loro simpatia, a partire dal cantante, vero mattatore che non si perde in battute improvvisate da quattro soldi eppure mostra una spontaneità davvero divertente, folletto da palco saltella, auto-ironico alla Jay Key nel suo completo zebrato al limite con una teatralità Glamsters. Alla sua destra un bassista vagamente ispirato da Robert Truijlio che dirige la sezione ritmica della band, sempre puntuale e ben scandita, snocciolano pezzi come “Easily” e “”Throw away your television” con bravura (unici appunti forse, da fare al chitarrista, per la scelta di alcuni suoni), per poi concludere con “Sir Psycho sexy” e il dolce pogo di “By The Way”, tra ragazze improvvisate cubiste e le ultime energie dei presenti che vanno a sacrificarsi alla causa.
Il telefonino sentenzia le 2 a fine show, è tempo dei saluti globali, delle chiacchiere ad oltranza e del ritorno dei flash ad immortalare le ultime immagini di una divertente quanto serena serata in cornice musicale e a colori solari. Congratulazioni alle band che han suonato sul palco (e rinnovo qui , per chi si è messo in gioco) e gags del momento su tragici episodi di ordinaria sfiga realmente accaduti (Tirry ?), per poi adagiare i corpi insonni sulle vetture e ripartire verso Roma, inseguendo traiettorie spoglie di luce e paesi di solitarie indicazioni stradali, mentre lo stereo canta ancora crossover per nascondere i consueti sibili post concerto. Mentre Roma si riaffaccia nelle insegne, nelle strade e nel Colosseo, ove ci si prende una sosta per una colazione anticipata e una passeggiata per i Fori Imperiali, giusto per apprezzare in veste diversa ciò che potresti ammirare ogni giorno: ma c’è bisogno di eventi come questi per apprezzar dettagli che restano invisibili all’abituato occhio dopo un po’. Pellegrinaggio verso la oramai statua nota citata dai Pearl Jam (giusto per rimanere in serata, ricordate Dirty Frank ?) per poi risparire nelle ombre, ed eludere l’alba dietro la porta di casa.
-“Click”-
Shh… la serata ha già parlato da sola.
E la ringrazio per avermi dettato quanto avete appena finito di leggere…

2007/09/08 - 4° Raduno @ Keller Platz, Prato (PO)

Recensione di Alberto Rossi

Dire che il mio punto di vista sia in qualche modo “diverso”, mi pare più che scontato. Arrivi la sera dello show, sai alla perfezione il programma della serata. Minuto per minuto quello che DOVREBBE materializzarsi è ovviamente stampato nella tua mente, e proprio lì se ne sta, per mesi rimbalza da un neurone all’altro, che tu lo voglia o no è così. Ci sono momenti di tensione più totale, altri di inaspettata lucidità sul da farsi … ma quel che conta non è il lavoro che sta dietro a tutto questo, perché non ci devi pensare … parte dello show in un attimo può andare a farsi fottere (vedi video-proiezioni), ma se ti accorgi che la tua mente sorvola il pensiero di distruggere tutto ci sono 2 possibilità: o non te ne frega un bel niente della riuscita dell’evento per cui fino a poche ore prima hai sputato pure l’anima (e quindi sei pazzo da legare), oppure realizzi (anche solo inconsciamente) che ciò che dovrebbe turbarti è in qualche modo “di secondaria importanza”. È il contesto, l’atmosfera, la semplicità di uno spirito collettivo genuino e armonioso: ingredienti fondamentali. Gli altri sono solo una serie di ciliegine sulla torta che come sempre non può essere perfetta in ogni sua fetta, ma che comunque si fa via via più deliziosa col passare del tempo … Questo raduno, a 364 giorni dal precedente, torna a far parlare di noi, e soprattutto di voi … gente che non teme di mangiarsi infinità di l’asfalto o di binari per esserci, ancora una volta, per ricongiungersi a vecchie e nuove conoscenze nell’ennesimo ineguagliabile abbraccio che ha il sapore di amicizia e (ovviamente) di funk’n’roll.
Andiamo all’aspetto più “tecnico” della serata: i precedenti tre eventi ci hanno dato spunto per tirare su un live-set che più completo non si poteva. I JF project da noi stessi definiti “special guests”, tanto “special guests” poi alla fine non si sono dimostrati … semmai qualcosa di più, molto di più … Con la loro breve (ma geniale) esibizione rendono omaggio all’ala “JohnFrusciante.it” della community e chiudono un cerchio strepitoso, rompendo le linee fra l’attitude funkettona dei giovanissimi One Big Mob e quella più “professional” dei Jack Frusciante. I primi sciorinano una scaletta da brividi, fra pezzi storici, il funk si esalta e inizia gradualmente a scorrere nelle vene di ogni essere vivente là presente (anche i muri non potevano fare a meno di lanciarsi in scatenate danze): su pezzi come Backwoods, Buckle Down, Nobody Weird Like Me e Party on your Pussy qualcuno rischia l’overdose (me compreso). Vedi i volti e lo capisci alla prima occhiata, c’è poco da fare. Su Give It Away si ha il primo assaggio di quello che i Jack Frusciante porteranno a termine con la loro conclusiva Sir Psycho Sexy: palco superaffollato e pogo incredibile.
Dopo la già citata “pausa” JF project, si riparte con i Jack che si presentano con la loro maniacale cura a livello estetico: sotto quella tuta da metalmeccanico, quel completo dei L.A. Lakers, quella camicina e quei polsini ci sta ben’altro che il semplice fine “imitativo”. L’esperienza si fa valere (nemmeno il sound-check fu loro concesso), la tecnica anche … E il cuore … ? Certo che sì: il pubblico è tutto là per il loro set … bello tirato e allo stesso tempo di più recente ispirazione (ma non così troppo, ci si concede solo le immancabili hit single) … Confesso che su Emit Remmus ho avuto il buio più totale in testa … non capivo più niente! Una delle mie canzoni preferite dell’intero repertorio peppersiano (da quando l’hanno proposta nei live me ne sono innamorato follemente …): non so cosa mi abbia trattenuto dall’irrompere sul palco a cantarla! Per il sottoscritto uno di quei frangenti che proprio ti rimangono incollati. Come ormai approvato da esperienze da stadio, Snow scatena un boato che il Keller molto probabilmente non ha mai assaporato … la schitarrata nel ritornello ha del miracoloso e provoca lo stesso “effetto collante” di quei poghi più scatenati che le nostre ossa han potuto testare durante pezzi come Suck My Kiss o Stone Cold Bush. Null’altro da aggiungere, inutile esser lunghi ed esagerati in descrizioni dettagliate, poiché ogni attimo vissuto là in mezzo a tutti voi è al di fuori della portata di ogni ringraziamento, di ogni aspetto tecnico, di ogni fetta di show andata a farsi friggere, di ogni evento che si è sovrapposto a quello di cui il Keller Platz è stato ancora una volta fiero e protagonista (e che ci ha reso la vita un po’ più difficile, vedi corteo storico in pieno centro). Ancora una volta Prato capitale del funk’n’roll … Ancora una volta Prato vi ama, tutti indistintamente … e infinitamente di più di 364 giorni fa …

LIVE SET on main stage – One Big Mob

01- One Big Mob
02 – Backwoods
03 – Charlie
04 – Right On Time
05 – My Lovely Man
06 – Buckle Down
07 – Nobody Weird Like Me
08 – Scar Tissue
09 – Otherside
11 – Under The Bridge
12 – Party On Your Pussy
13 – Give It Away

LIVE SET on 2nd stage – JF Project

01 – The Mirror
02 – With No One
03 – Lever Pulled
04 – Walls

LIVE SET on main stage – Jack Frusciante E Gli Usciti Dal Gruppo

01 – Can’t Stop
02 – Dani California
03 – Apache Rose Peacock / Police Helicopter
04 – Snow ((Hey Oh))
05 – Emit Remmus
06 – Intro / Suck My kiss
07 – Blackeyed Blonde
08 – Magic Johnson Jam
09 – Purple Stain
10 – Me And My Friends
11 – Intro / Stone Cold Bush
12 – By the way
13 – The Power Of Equality
ENCORE:
14 – Drum Solo § Jam
15 – Sir Psycho Sexy

2006/09/09 - 3° Raduno @ Keller Platz, Prato (PO)

Recensione di Alberto Rossi

Un sogno diventato realtà. Ragazzi, eccoci qua di nuovo. Questa festa era tutta per voi, e ve la siete meritata alla grande visto il modo in cui ci avete ripagati! Incredibile davvero! Prima di calarmi nei ringraziamenti di rito, devo ancora capire bene tutto quello che è accaduto, e soprattutto COME è accaduto. Tutto parte negli ultimi giorni di luglio, ma a dire il vero questo progetto ce lo eravamo conficcati in testa immediatamente dopo il primo raduno al Totem Village di Velletri. A proposito, un caro saluto a tutti i nostri cari amici dei primi due raduni, che poi sono quelli che ci hanno portato a credere ancora di più in questo progetto. Insomma abbiamo voluto prenderci questo “rischio”, l’abbiamo fatto con il cuore in mano e con una certa sicurezza e voi avete contribuito alla realizzazione di un sogno. Sì, perché penso che si possa chiamare solo così … non ci sono altri termini più appropriati. Stupisce il fatto che un prestigioso locale come il Keller c’abbia dato una tale fiducia … siamo sempre stati sempre sicuri di noi stessi, ma mai come questa volta. Sì perché stavolta giocavamo in casa, la situazione era sotto il nostro controllo e tutte le persone con cui abbiamo avuto a che fare a partire da Alessio del Keller (che è stato veramente una delle colonne portanti dell’evento), alle tribute band (che hanno collaborato con grandissima serietà ad una direzione artistica che si è rivelata poi impeccabile) e a tutti gli altri che ci hanno sostenuto (sia materialmente che moralmente), ci hanno trasmesso una tranquillità unica. Questo è il vero segreto della riuscita dell’evento. I preparativi, che si sono svolti davvero a tempo di record (un mese scarso), non hanno conosciuto intoppi: nessuno voleva avere la fetta più grossa della torta, tutti quanti hanno dimostrato serietà e si sono calati nei loro ruoli con umiltà e semplicità. Lo spirito della serata è stato colto da tutti alla perfezione. L’aspetto musicale è andato alla grande anche per questo motivo. Le tribute band hanno avuto i loro momenti di gloria all’insegna di un pubblico numeroso e, soprattutto, caloroso. Sinceramente mi sono quasi del tutto disinteressato del discorso cover band (non per cattiveria, ma ho avuto tante altre cosette da fare …), ho solo ascoltato di sfuggita i demo dei Pepperoni e dei For Evidence (i Magic Medicine li conosco già da tempo …) e le cose promettevano bene davvero … C’era solo da vedere il riscontro al momento dell’ascesa sul palco … nessuno di loro ha tradito le aspettative. La serata parte con delle grandi sorprese per i fans accorsi al Keller … ci sono infatti le grandi atmosfere dei Magic Medicine con le cover di John che rendono il clima davvero disteso .. tutti si mettono a proprio agio e anche quelli che magari non conoscono i lavori solisti del Fruscio apprezzano questa prima scaletta un po’ “alternativa”, ma direi essenziale nel contesto della serata. Io e Crystal Ship ci stavamo lasciando le corde vocali su Carvel, Time Tonight e Ascension (quella che mi ha emozionato di più). Da sottolineare anche le varie Charlie (che è scivolata via con fluidità) e la cover di ramonesiana memoria Havana Affair per la dolce melodia che i Magic Medicine hanno saputo far rivivere. Il Keller inizia a riempirsi, le cose stanno andando alla grande. A movimentare la serata ci pensano i Pepperoni, che fanno della presenza scenica e della fisicità le loro armi vincenti (animali da palcoscenico). Tracklist incredibilmente suggestiva (roba che se la fanno i Red Hot io svengo sul colpo … ), pensata per far pogare e ballare il pubblico grazie ad un funk esaltante (non solo udibile, ma anche visibile!). Pezzi che spaccano di brutto come l’opener Higher Ground, Hump de Bump (grandioso groove), Coffee Shop, Stone Cold Bush, Storm in a Teacup, Sir Psycho Sexy (pura adrenalina iniettata in vena), nuovi arrivi come la ballad Stadium Arcadium (che in questa versione è stata splendida) e vecchi ricordi come la bellissima Taste The Pain da Mother’s Milk, album e periodo di carriera dei Red Hot dal quale i Pepperoni hanno assimilato lo spirito del funk in tutto e per tutto (con tanto di abbigliamento). Alla fine, ci regalano il tanto atteso numero del calzino e il pubblico è in delirio! Lo spirito funk di questi tre scalmanati ragazzi con alle spalle una Lucy in grande spolvero dietro alle pelli (anche lei fortissima con la tuta da metalmeccanico), lascia il posto all’elevato tasso tecnico dei For Evidence. Questo terzo ed ultimo quartetto, con un sound pulitissimo e fedele, chiude la serata all’insegna dei successoni dei Red Hot. Il pubblico, se pur visibilmente diminuito dopo il “terremoto” Pepperoni, ha ancora l’energia e la voglia di cantare quelle canzoni che tutti conoscono. Fabio, che è stato il “frontman” della serata (per la cronaca, ogni tanto Kiedis viene a Prato a prendere lezioni da lui!), fa la sua ennesima apparizione sul palco e mostra tutto il suo splendore nel lanciare i coriandoli. Scene impedibili! Siamo su Fortune Faded e, preso dall’entusiasmo mi lancio anche io sul palco … dopo una finta scazzottata col “frontman”, mi avvicino ad Andrea (il cantante dei For Evidence), il quale mi affida con tutta tranquillità il suo microfono … per un attimo rimango sorpreso dentro di me, ma certo non potevo non cantare … ho chiuso gli occhi e le parole sono uscite con più facilità di quanto mi aspettassi … è stato bellissimo ragazzi, uno “sfogo” di pochi secondi che ripaga il duro lavoro di un mese … sono sceso dal palco e con l’adrenalina che mi scorreva nelle vene non riuscivo a non tremare. Che figata! Grandi atmosfere su Don’t Forget Me, Otherside e Under The Bridge. I complimenti vanno a Rosciopepper che ha chiuso l’evento mettendoci la sua firma, e lo ha fatto con grande stile e sfoggiando i suoi fantastici tattoo in una Give It Away che ha visto la metà delle persone ancora presenti salire su quel fantastico palco dove stasera tutti hanno messo il cuore affinché questo nostro sogno diventasse realtà. Vi ho tutti nel cuore ragazzi, siete stati la linfa vitale della serata! Soprattutto è stato bello vedervi scherzare fra di voi e socializzare con i fans, tutto secondo lo spirito del funk che vogliamo continuare a tenere in vita, sempre e comunque. E possiamo farlo solo grazie a voi … Questo raduno lo ricorderò per sempre, è stato un qualcosa di indescrivibile per me toccare con mano il lavoro di questo sito che sta crescendo grazie a voi, alla vostra passione e al vostro sostegno che ci spingono a fare tutto questo. Rimango sorpreso dall’affetto delle persone che ci ringraziano, che vedono in noi un tramite per partecipare ad eventi così indimenticabili. Ma la verità è che siete voi che trasformate in realtà questi progetti così ambiziosi, SIETE VOI A REALIZZARE SOGNI COME QUESTO …

Un particolare saluto a:
Crystal Ship, Mad4Rhcp, Rosciopepper, XxxBaruscxxX, Roby89, ciuki e tutti i ragazzi del forum (mi avrebbe fatto piacere conoscervi uno per uno … )
I Jack Frusciante e gli usciti dal gruppo
Gianguido “The Prince” Lombardi dei Rosso Riflesso (come poter dimenticare i primi due raduni di Velletri?)
I più grandi fans dei Peppers d’Italia, i mitici ragazzi di Catania, che si fanno miliardi di chilometri per essere con noi a funkeggiare
Il “simpaticissimo e gentilissimo” (per non dire altro … ) capotreno alla stazione di Prato che ha pensato bene di chiudere le porte in faccia alla nostra mod Crystal Ship …

Desidero ringraziare:
Fabio, che per primo mi ha trasmesso la tranquillità per credere in questo progetto
Il Keller Platz per averci offerto un locale così strafigo
Alessio del Keller che è stato disponibile in tutto e per tutto
Tutte le cover band per l’umiltà con cui si sono presentate sul palco e per la fiducia che hanno riposto in noi
Per la pubblicità: Crystal Ship, Gidan Razorblade, Loryhack, XxxBaruscxxX
Per le locandine: Poppyman, Ronde, Fabio
Per le videoproiezioni: Fabio, Puccio, Loryhack, Alessio del Keller
Per gli striscioni e per lo stand: Marco, Eleonora
L’Hotel Roma
Tutti i fans d’Italia accorsi fino a Prato per aver reso, ancora una volta, questo evento una certezza
Tutti quelli che, anche solo col pensiero, erano con noi

P.S. La data era di quelle significative, il 9 settembre del 1991 (15 anni fa) usciva Blood Sugar Sex Magic.

Recensione di Fabio Cusano

Non è facile, a quasi 48 ore dall’inizio del raduno descrivere tutte le sensazioni (emozioni?) provate durante la serata di sabato 9 settembre 2006. Innanzitutto la presenza è stata al di sopra di ogni aspettativa, sono venuti da Roma, Catania, Cesena, Grosseto, Reggio Emilia, Firenze e pure dalla provincia di Venezia per assistere a questa serata, che nel suo piccolo è già nella storia e nei cuori di chi c’era. Per una notte, anche “l’inutile” Prato è riuscita a far aggregare gente da tutta Italia. È stato bellissimo vedere come questi ragazzi si siano divertiti, ballando i vecchi successi (anche qualche brano più di nicchia) e le nuove hit, ben dispensate nei repertori delle tre cover band. Potrei fare una cronologia della serata, ma qualcuno rischierebbe di annoiarsi, tutto sommato adesso non sono neppure in grado di farla. Devo dire che soddisfazioni del genere fanno credere di più in te stesso, ti rendi conto che tutto il lavoro fatto col sito e con le attività parallele in questi due anni e mezzo sono davvero servite a qualcosa. Non scorderò mai questo 9 settembre, non scorderò mai l’affetto che avete profuso durante la serata a noi dello staff ed alle tre cover band (tutte in stato di grazia), non scorderò mai la gentilezza dello staff del Keller Platz, che onorando la propria storia ha preparato il tutto nella maniera migliore, senza nemmeno un intoppo. Ringrazio in particolar modo Alessio, il direttore artistico del locale, paziente ed ottimo collaboratore, Stefano, proprietario del locale e gestore, ma anche grandissimo fan dei Red Hot dal lontano 1987, sua madre, che tanta gentilezza ha dimostrato nei miei confronti a pochi giorni dal tutto. Adesso ci prendiamo un po’ di (meritato? Si, penso proprio di si…) riposo, in attesa di una chiamata da Velletri; nel frattempo continueremo a lavorare però in maniera sempre attivissima sul nostro spazio web per darvi sempre il meglio perché sabato sera, ad avere dato il meglio siete proprio stati voi… un ringraziamento quasi commosso a tutti i presenti (ma diciamolo, anche ai non, almeno adesso possono mangiarsi le mani) perché se è vero che ci vuole un’ottima organizzazione è anche vero che ci vuole un grande pubblico per rendere speciali questo tipo di serate.

Adesso (spero di non dimenticare nessuno) la solita lista di ringraziamenti:
Alessio, Stefano e sua madre, i camerieri ed il fonico del Keller per tutta la disponibilità nei nostri confronti….
…alle tre cover band: I Magic Medicine che sono cresciuti così tanto da aver infuocato la serata di sabato con una versione al fulmicotone di Dani California e per il riuscitissimo tributo al John solista.
I The Pepperoni per la loro incredibile presenza scenica (con tanto di calzino a metà esibizione, per ricordare che il “cock sock rock” non è mai morto) , per le vecchie hit riproposte (da Fight Like Brave a Taste The Pain”, da Stranded a Sir Psycho Sexy.
I For Evidence per la loro straordinaria professionalità, per l’ottima coesione e per quella If You Have To Ask a me dedicata.
Al principe Gianguido Lombardi ed alla webmaster di bloodsugarsexmagik.it per essere venuti.
Ai ragazzi di Catania per essere accorsi nonostante la grande distanza.
Agli splendidi utenti del nostro forum: xxxbaruscxxx, little pepper, ciuki, mad4rhcp, pepper rules ed alla sua combriccola dei Jack Frusciante e gli Usciti dal gruppo, roby 89, bojinov 8, paperinik, ciccio (con consorte a seguito), rosciopepper, Seryrhcp (anche se non si è presentata…).
Alla preziosissima moderatrice *Crystal Ship*, sempre bellissima ed al moderatore Ronde, uno dei primi a credere in questo progetto.
A tutti gli amici della mia compagnia non iscritti al forum, che hanno (chi più chi meno) creduto nella realizzazione di questo progetto.
A Marco e alla piccola Eleonora…. grazie per lo splendido striscione.
All’Hotel Roma per la splendida collaborazione, grazie a loro diversi partecipanti hanno trovato un posto per dormire senza svenarsi troppo.
A tutti i presenti del Keller Platz, che hanno lasciato il locale sudati….ma emanando un buon odore, quello classico del funk’n’roll che lascia una scia chilometrica…..
Probabilmente vi aspettavate un resoconto più dettagliato, più lungo, ma non riesco a scrivere più di cosi, spesso le emozioni non si possono scrivere, non nascono dai tasti di una tastiera, che rendono così freddo ed artificiale tutto quello che si pubblica……le emozioni spesso, anzi sempre vanno vissute. Grazie ancora a tutti….
…..ah, dimenticavo, un ringraziamento immenso al mio compagno di avventura *Ntjr*, per lo splendido lavoro fatto con i video mandati in proiezione prima dei concerti, per l’amore che diffonde tutti i giorni nei confronti di Venicequeen.it, e per sopportare quella vecchia bisbetica indomata ed indomabile che è il sottoscritto. Ci vediamo alla prossima…

Recensione di Gianguido Lombardi D’Aquino

Sono appena tornato a Roma e già è tanta la voglia di raccontare le sensazioni e le emozioni legate a questo 1° raduno organizzato dagli amici di Venicequeen.it.
Al Totem Village, dove ero presente in veste di musicista, avevo già avuto modo di respirare in prima persona un clima di vera passione, e la serata di sabato ne è stata un’ ulteriore conferma: Quando hai a che fare con veri appassionati, quali sono Alberto e Fabio, comprendi appieno il significato e la portata di un evento come questo, e puoi solo augurarti che in futuro diventi veramente una sorta di istituzione..
Alle 20 in punto arrivo alla stazione centrale, accompagnato dalla mia amica Elena – che ringrazio ancora per la pazienza nell’aver sopportato per tutto il tempo il sottoscritto! ndr – Dopo una breve sosta in albergo, ci avviamo verso il Keller Platz, approfittando del breve tragitto per dare un’occhiata alla città. Dopo qualche foto qua e là giungiamo nei pressi del locale: intravedo subito la sagoma sorridente di “Sir Psycho Sexy” Fabio, sin da subito indaffaratissimo nel trambusto generale che rende l’idea dello spirito che animerà la serata. Anche il buon Alberto avrebbe decisamente bisogno del dono dell’ubiquità, tante sono le cose che riesce a fare contemporaneamente. Noto subito che, come nelle 2 edizioni precedenti del raduno a Velletri, sullo sfondo del palco è stato allestito il megaschermo con la proiezione di filmati inediti e non dei peperoncini, che accompagnano la nostra cena a base di piatti tipici locali.
Arriva quindi il turno della prima cover band della serata, i Magic Medicine di Pistoia. I nostri aprono l’ esibizione eseguendo Charlie, direttamente dal recente S.A. , e il vocalist Riccardo subito invita quelli delle prime file a partecipare gridando a squarciagola, per far capire subito il senso che si vuol dare a questa serata. L’imponente frontman è ben supportato dalla sezione ritmica di Raffaele e Marcello, mentre Andrea si dà un gran da fare sulle pelli con il suo Drumming. A sorpresa la band esegue anche qualche pezzo del Frusciante solista – molto belle Carvel e Ascension – che rendono il live-set ancora più particolare. Poi l’immancabile l’omaggio ai Ramones e alla loro Havana Affair, rigorosamente in stile RHCP. Una prova più che positiva per i Magic Medicine ai quali, certamente per un eccesso di entusiasmo, è mancata forse un pizzico di precisione riguardo ai cori e agli arrangiamenti di alcuni brani. Ma va bene anche così in una serata come questa, dove è giusto che prevalga una sana dose di euforia su tutto. Il tempo di concedermi una sigaretta nello spiazzo antistante il Keller e improvvisamente da dentro esplode un gran frastuono che accompagna l’inizio dell’esibizione della seconda cover band della serata, i Pepperoni di Reggio Emilia. L’atmosfera diventa subito incandescente, e sin dalle prime note di Higher Ground si capisce subito che i 4 emiliani, quanto a impatto e presenza scenica, sono totalmente in simbiosi con i peppers: il bassista Gianluca – rigorosamente a torso nudo come tutti i componenti della band – sfoggia dei pantaloni assurdi contornati da peluche, mentre si dimena come un pazzo sorridendo e dispensando smorfie a destra e a manca. Non gli è da meno il chitarrista Roberto, con tanto di cappellino e bretelle, il quale sfodera anch’egli una grinta incredibile. Da sottolineare la presenza della bravissima batterista Lucy: è sempre bello vedere una rappresentante del gentil sesso in un gruppo! Anche il frontman “Wolly Vox” è perfettamente calato nella parte, con le sue tipiche movenze alla Kiedis, e davanti al palco è subito il delirio: tutti a saltare e a far festa sulle note di Hump de Bump e Stone Cold Bush, mentre il nostro Sir Psycho Fabio improvvisa deliziosi balletti sul palco (!) distribuendo palloncini a destra e a manca che nel giro di pochi istanti invadono letteralmente il locale. Una piccola pausa per rifiatare con Scar Tissue e i nostri ci propongono le recenti Storm in A Teacup e Stadium Arcadium, che devo dire non mi aspettavo così suggestive in chiave live. Quindi una spettacolare Sir Psycho Sexy che coinvolge tutti, nessuno escluso, e una dirompente Right On Time che chiude la loro eccellente esibizione. E’ la volta dell’ultima cover band della serata, i 4 EVIDENCE, che ha il compito tutt’altro che facile di tenere vivo un pubblico già stremato dopo la precedente esibizione degli scatenati emiliani. Il loro Live-Set propone molte hit, partendo da Can’t Stop, Otherside, Don’t Forget me solo per citarne alcune, e il gruppo dimostra una buona preparazione tecnica per l’accuratezza delle esecuzioni dei brani.
A questo punto della serata, perso totalmente in questa magica atmosfera, ho perso la nozione di chi sono e dove sono, ed Elena mi ricorda che entro le 2 dobbiamo tornare in albergo. Che peccato amici! Sulle note di Universally Speaking mi appresto quindi a lasciare il locale, mentre la serata si avvia verso la conclusione. Tornando pensavo al fatto che stasera è stato bello vedere ragazzi parlare fra loro come se si conoscessero da sempre, perché in queste occasioni non c’è bisogno di troppe presentazioni. Basta una strofa di una canzone cantata insieme, un solo accenno a un concerto visto in passato e del quale si ha subito voglia di condividerne le emozioni e le sensazioni vissute. Solo una piccola dimostrazione di ciò che la musica riesce a trasmettere, grazie a quell’ extramovement di cui parla John Frusciante che fa sì che essa riesca sempre a creare nuovi spazi e nuove dimensioni..

Special Thanks
Nel salutare tutti coloro che hanno partecipato al raduno, ringrazio per primi Fabio e Alberto, grandi organizzatori dell’evento; il mitico sosia di Kiedis in arte “Anthony” da Catania, che ancora una volta non è voluto mancare; tutti i ragazzi delle cover band, cui faccio i miei sinceri complimenti; Gianluca il bassista dei Pepperoni; lo staff del Keller Platz; Crystal Ship, cui va tutta la mia solidarietà dopo che ha perso il treno per colpa di un controllore troppo frettoloso. Infine un saluto a “Rosciopepper” Alessandro, con cui ho condiviso il viaggio di ritorno cantando insieme a lui e Elena mentre ascoltavamo i nostri beniamini in cuffia.
Ci vediamo al 4° raduno!!

Intro
The Hooligans – a film by Blackie Dammet
starring Anthony Kiedis at the age of 5 years

Rockpalast, Germany – 1985
Get Up And Jump
Hollywood (feat. George Clinton)
Blackeyed Blonde
True Men Don’t Kill Coyotes
Buckle Down
Battle Ship
Out In L.A.
From film “Tough Boys” – 1986
Set It Straight

vPRO – 1988
Fight Like A Brave
Sex Rap (Anthony solo)
Love Trilogy
Bass jam (Flea solo)
Nevermind
Drums jam (Jack solo)
Hillel and his gear
Me And My Friends
Psychedelic Sexfunk Live from Heaven – 1989
Stone Cold Bush
Magic Johnson
Good Time Boys
Pretty Little Ditty

Live Night Music – 1989
Subway To Venus

Live at MTV VMA – 1995
Warped

Live at Letterman Show – 1995
My Friends
Aeroplane

Fuji Rock Festival, Japan – 1997
Walkabout
Aeroplane
Give It Away (final jam)

Live in Stockon, California – 1998
Bunker Hill

Live in Hamburg – 1999
Police Helicopter

Woodstock ’99 -1999
Californication
Give It Away
Sir Psycho Sexy
Fire

Live in Budokan, Japan -2000
I Could Have Lied

Fuji Rock Festival, Japan – 2002
Freaky Styley (feat. George Clinton)

Live in Olympia, Paris – 2002
Search And Destroy

Live at Pepsi Center, Colorado – 2002
By The Way

Live in Madison Square Garden, New York – 2003
Havana Affair
Breaking The Girl

Live in Los Angeles Forum – 2003
Around The World
Parallel Universe
Californication (Intro jam)
Scar Tissue
Throw Away Your Television

Live in Yokohama Stadium, Japan – 2004
Leverage Of Space

Rock Am Ring, Germany – 2004
Get On Top
Black Cross
Brandy

Live at MTV React Now – 2005
Under The Bridge

Intervista per Kataweb – 2006
John Frusciante

Live @ 4 Music – 2006
Dani California
Tell Me Baby

In memory of Hillel Slovak
Un doveroso ricordo del chitarrista co-fondatore dei Peppers
con foto e parole tratte dall’autobiografia di Anthony Kiedis

Audio Footage
– Venice Queen –
Live @ Slane Castle 2003

– Torture Me –
Live in Copenaghen 2006

– Untitled #3 (John solo) –
Live in Portland 2006

– How Deep Is Your Love? (John solo) –
– Wet Sand –
Fuji Rock Festival 2006

LIVE SET – Magic Medicine

01 – Intro
02 – Charlie
03 – Easily
04 – Carvel (John Frusciante)
05 – Ascension (John Frusciante)
06 – Time tonight (John Frusciante)
07 – Get On Top
08 – Torture Me
09 – Havana Affair
10 – Dani California
11 – By The Way

LIVE SET – The Pepperoni

01 – Intro + Higher Ground
02 – Scar Tissue
03 – Hump De Bump
04 – Fight Like A Brave
05 – Suck My Kiss
06 – Sir Psycho Sexy
07 – Stadium Arcadium
08 – Storm In A Teacup
09 – Stone Cold Bush
10 – Coffee Shop
11 – Stranded + Taste The Pain
12 – Right On Time

LIVE SET – For Evidence

01 – Intro
02 – Can’t Stop
03 – Around The World
04 – Californication
05 – Fortune Faded
06 – Otherside
07 – Universally Speaking
08 – Don’t Forget Me (part 1)
09 – Don’t Forget Me (part 2)
10 – If You Have To Ask
11 – Under The Bridge
12 – Pea
13 – Knock Me Down
14 – Give It Away

2006/05/06 - 2° Raduno @ Totem Village, Velletri (RM)

Recensione di Alberto Rossi

Ragazzi, finalmente ci siamo! Due giorni fa è uscito l’attesissimo nuovo album delle nostre 4 teste di cazzo preferite (come loro stessi si definiscono). Possiamo dire ke lo staff di Venicequeen.it, sia per l’attesa dell’album, sia per tutta l’organizzativa che ha fornito per questi due splendidi eventi, è davvero in uno stato mentale che è un mix esplosivo di eccitazione, stanchezza e soddisfazione. In questi giorni avevo pensato che dopo questo 6 maggio appena trascorso, mi sarei preso una settimana o due di “vacanza”. Un black-out totale che forse sarebbe necessario, ma che sinceramente non riesco a mettere in atto. Non so sinceramente come siamo riusciti a “sopravvivere” a questa turbolenta (ma splendida fase). Il sito è cresciuto molto e sta raggiungendo una discreta visibilità nel panorama nazionale. Questo è sì merito nostro, ma soprattutto è merito vostro. Eh sì ragazzi. Perchè quando vedi persone che si fanno 1000 chilometri per venire là sotto al palco a pogare sotto le scalmanate note di una Stone Cold Bush o di una Readymade, ti si apre il cuore. Quando hai a che fare con persone come Gianluca (batterista dei Rosso Riflesso, ndr) che prendono il controllo della situazione e riescono persino a concretizzare i tuoi progetti (vedi la maglietta dell’evento) non puoi far altro che inchinarti. Quando vedi persone che per quelle tre-quattro anime ancora presenti tirano fuori il cuore e la semplicità con cui si può passare da una memorabile Give It Away per poi abbandonarsi sulle dolcissime e deliziose note di capolavori come Road Trippin’ e Venice Queen, non puoi far altro che salire sul palco per assaporare il momento di gioia che stai vivendo. Insomma se vi aspettavate una recensione dei concerti delle 4 cover band non è questo il posto giusto. Come dice Riccardo, chitarrista dei BSSM e uno dei veri ideatori di questo evento giunto alla sua seconda edizione, serate di questo tipo sono mirate a dare un senso all’attività che svolge il nostro sito, permettendo ai fans di tutta Italia di incontrarsi e magari dando l’opportunità ai giovani musicisti in erba di mostrare le loro doti. A questo proposito vorrei fare i miei complimenti a Riccardo, che a soli 14 anni è salito sul palco mostrando la freddezza che mai ti saresti aspettato da un ragazzo della sua età. La standing-ovation sulla sua breve ma significativa apparizione con Californication (al fianco dei Funky Monks) se l’è meritata in pieno. A proposito di special guest, i miei complimenti vanno anche a Eleonora, la geniale bassista romana che, una volta vinta una leggera timidezza ha fatto la sua comparsa in una divertentissima Pea (in cui sono partite 3-4 slappate da paura!!!) e un intro di Around The World che era un misto fra quella di Woodstock 99 e, sul finale, quella dello Slane Castle 2003. Certo, come accennavo prima la qualità del live set delle cover band incide sì sull’andamento della serata, ma non in maniera totalitaria. Di questo raduno mi rimarrà nel cuore il ritorno al vecchio funk di casa Red Hot da parte dei BSSM prima con Blackeyed Blonde e poi con una Subway To Venus (nella quale la presenza della sezione fiati sarebbe stata la ciliegina sulla torta), la non trascurabile presenza scenica dei Rosso Riflesso, la potenza dei Funky Monks ed infine la professionalità dei 4Sox. Adesso ci prendiamo una pausa solo perchè siamo un po’ stanchi, anche se la vita on the road non è davvero niente male! Nonostante tutto la voglia di portare avanti tutto quello che di buono è emerso da questa iniziativa rimane indubbiamente nelle nostre testoline. Continuiamo così ragazzi, alla prossima! Vi vogliamo bene. Grazie di tutto. Sempre e comunque!

  • Gabriele, per l’ospitalità
  • Tutti i ragazzi delle cover band
  • Sir psycho sexy (il boss) e Crystal Ship (la nostra cara moderatrice) per il supporto
  • Eleonora, per il lavoro di tre mesi e passa che sta dietro a quel lenzuolo gigantesco. Senza di lei non ne sarebbe uscito niente di buono.
  • Tutti i fan che hanno preso parte all’evento
  • I mitici “botti neri” di Velletri (Gianguido capirà)
  • Diego del Totem per la pazienza
  • Tutti quelli che credono in noi, Grazie di cuore!

2005/12/03 - 1° Raduno @ Totem Village, Velletri (RM)

Recensione di Alberto Rossi

3 dicembre 2005: una data da ricordare. Per sempre. Sono molto più contento in veste di fan che di webmaster (se così mi volete chiamare…). Finalmente il primo raduno dei fans italiani dei Red Hot Chili Peppers! Incredibile! Quando mi sono svegliato sabato mattina mi sono guardato allo specchio ed ho pensato: “Stasera parteciperai a qualcosa che aspettavi da tempo, qualcosa che hai sempre desiderato e che fra poche ore diventerà storico”. Il tempo non è dei migliori quando partiamo dalla stazione di Prato. Nell’aria si respira Red Hot anche durante il viaggio: in treno un ragazzo seduto accanto a noi estrae dallo zaino il dvd “Live @ Slane Castle” ed è così che gli chiediamo se anche lui fosse diretto al mega raduno. Una volta arrivati in quella giungla di stazione che è Roma Termini ci aspetta il gentilissimo Riccardo, che abitando nelle vicinanze ci ha offerto un passaggio in macchina fino a Velletri. Il traffico e la lunga strada da percorrere (ben 40 km!) ci danno la possibilità di “romanizzarci” con il nostro nuovo amico-chitarrista. Si parla un po’ di tutto. Di come sia nato Venicequeen.it, di come siano nati i suoi BloodSugarSexMagik, di donne, di calcio e ovviamente di Red Hot. Tutti sono inspiegabilmente fin troppo gentili con noi e ci fanno sentire come se fossimo dei VIP (nel vero senso della parola). Una volta arrivati al Totem Village di Velletri, abbiamo finalmente l’onore di conoscere Gabriele, il direttore artistico del locale. Sapevo che era una persona importante e che sapeva il fatto suo, ma non pensavo che fosse grande amico di Nico McBrian (Iron Maiden) e di Ian Paice (Deep Purple)! A parte tutte queste nuove conoscenze di tutto rispetto, arriva il momento di immergersi in tutto e per tutto nella serata. Naturalmente noi volevamo essere parte della macchina organizzativa. Vivere la serata da protagonista era sicuramente nei miei piani e non avrei rinunciato tanto facilmente a tale obiettivo. E allora, visto che la serata cominciava a prendere fuoco (anche se fuori pioveva come un dannato…) era giunta l’ora di tirare fuori la buona volontà e rendersi disponibili a ciò che era necessario fare affinché tutto andasse nel migliore dei modi. Sinceramente ad inizio serata, intorno alle 20:00, ero molto pessimista. Da una parte sentivo l’eccitazione che prendeva il sopravvento in me, ma proprio mentre buttavo giù la playlist dei video da proiettare di lì a poco sul maxischermo alzo gli occhi dal foglio e rivolgo lo sguardo all’esterno. Sembrava il diluvio universale! Dico io, ma doveva piovere proprio stasera??? Non temevo che il locale sarebbe rimasto vuoto, ma certamente stavo iniziando a convincermi che non ci sarebbero state tutte quelle persone che avevamo previsto. Peccato veramente, ragazzi. Tutto questo però non sembra preoccupare più di tanto i Rosso Riflesso: la proiezione della piccantissima “Stone Cold Bush” dello “Psychedelic Sexfunk Live From Heaven” sembra averli caricati a sufficienza per continuare a suonare fino all’alba! Non c’è da fare presentazioni, non c’è bisogno di trovare la giusta armonia. Il gruppo brucia le tappe e arriva diretto al cuore dei fans che non possono far altro che assecondarli. Già dall’opener “By The Way” si percepisce che si vuol dare un senso a questa serata. Dopo una “Havana Affair” che nel finale lascia spazio alla sua stessa versione originale (quella punkettona dei Ramones), i Rosso Riflesso trascinano molti ragazzi sul palco grazie alle note di “Time”, per poi arrivare al delirio con la splendida “Breaking The Girl” (ottimo il cantato). Se in “Can’t Stop” si apprezza e si consacra l’efficienza e la spettacolarità che la chitarra riesce ad offrire (grazie agli innumerevoli effetti usati), la sezione ritmica merita di essere ricordata per gli ultimi due episodi: “The Power Of Equality” e “C’era”, brano scritto in proprio dai quattro che chiude definitivamente la loro esperienza live come cover band dei Red Hot Chili Peppers. I fans sono già in delirio e i nostri amici catanesi (che saluto di cuore) sembrano davvero spadroneggiare in quanto a grinta. Arriva il turno dei BloodSugarSexMagik. Questa seconda tribute band ha sicuramente una buona presenza scenica e ha dalla sua parte la voglia di scherzare. Tutto questo li porta ad una perfetta simbiosi con il pubblico che interagisce nel migliore dei modi continuando a tenere alto il verve della serata. Anche se gli altri tre non sono da meno, Riccardo è sicuramente il più “pazzo”: salta a destra e a manca, si dimena, si butta per terra e scende dal palco per soddisfare tutti coloro che da lì sotto stavano ammirando le sue prodezze. Se l’aspetto tecnico è sicuramente trascurato rispetto ai Rosso Riflesso (che con i loro effetti avevano reso l’atmosfera molto psichedelica ed accattivante) i nostri cari BloodSugarSexMagik basano il loro sound sulla resa melodica che grazie ai doppi cori di Nello (il bassista) è davvero ottimale in canzoni come “Scar Tissue” e “The Zephyr Song”. Nemmeno il funk viene lasciato da parte ed episodi come “Suck My Kiss” e “Mellowship Slinky In B Major” sono là a dimostrarlo. C’è spazio anche per ricordare il buon “One Hot Minute” e quindi anche “Aeroplane” e “Walkabout” fanno la loro bella figura. È il turno dei Funky Monks e, per introdurre la loro performance, mettiamo nello stereo del Totem Village gli inediti “Ready Made” e “21st Century”. Andrea (voce), Adriano (chitarra), Renzo (chitarra) e Peppe (batteria) optano per un live set prettamente funk-rock, fatta eccezione per “Aeroplane” e “Californication”. L’interpretazione dei quattro è davvero da brividi. Sicuramente non invidio Renzo che per star dietro ad un batterista incazzato come Peppe deve sudare sette camice, ma alla fine si vede che c’è parecchia affinità fra i due: la sezione ritmica è indubbiamente molto valida e questo ci viene confermato da una “Stone Cold Bush” che ha letteralmente mandato in delirio i fans di vecchia data e che assolutamente non poteva mancare in un evento del genere. L’errore in “Funky Monks” e il cantato un po’ improvvisato in “Sir Psycho Sexy” vengono dimenticati grazie alla spettacolare “Give It Away” la cui conclusione è affidata ad una caotica quanto elettrizzante jam session in cui tutti si sentono liberi di fare quello che passa loro per la testa. Gente che si toglie la maglietta (vedi Peppe), gente che sale improvvisamente sul palco (alla fine si stavano pestando i piedi fra loro da quanti erano): insomma tutti uniti in quella grande passione che è stata l’elemento trainante della serata e che ha spinto persino i nostri amici catanesi ad essere qua (dopo aver preso l’aereo addirittura!) a rendere omaggio ai nostri cari Red Hot in questo primo raduno a loro dedicato. Noi dello staff di Venicequeen.it abbiamo promosso l’evento e tutti si sono complimentati con noi per il lavoro svolto. Quando Riccardo ci ha chiamati sul palco è stato davvero emozionante ed ho capito quanto il nostro lavoro abbia ricevuto la giusta ricompensa. In effetti abbiamo lavorato duro: pensate che per preparare lo striscione che vedete nelle foto ho impiegato ben tre giorni (ringrazio Eleonora che si è offerta volontaria per aiutarmi, altrimenti ci avrei messo anche di più). Penso però che tutti noi dobbiamo rimanere con i piedi per terra e mantenere in vita quella sana collaborazione che si è creata al fine di poter riproporre questi eventi. A tal proposito avrei una lunghissima lista di ringraziamenti e per evitare di dimenticare qualcuno vi ringrazio TUTTI, ma proprio TUTTI. Non sono dispiaciuto per come è andata la serata, anzi per noi di Venicequeen.it e a detta di chi ha lavorato sodo per far sì che tutto questo fosse possibile è stata appagante e ci siamo dati alla pazza gioia, che poi è la vera cosa che conta. Eh sì, ragazzi! Quello che è importante è riuscire a cogliere e ad immedesimarsi nello spirito che sta alla base di questi eventi. Il funk è di per sé un genere che ha tutte le carte in regola per farti divertire e socializzare con la gente. È un genere che si basa sull’amicizia e sulla voglia di arrivare ad un insieme di suoni che ti entrano in testa e ti martellano la mente. Ma è un dolce martellio, un qualcosa che ti fa sentire in armonia. Deve essere così, perchè è ciò che la musica degli stessi Red Hot ci insegna. Una festa continua, un continuo essere in sintonia con te stesso e con la gente che vuol partecipare a questa festa. E tutti sono invitati, nessuno è escluso! Questo 3 dicembre 2005 passerà alla storia. Chiunque potrà avere le proprie opinioni sull’esito di questo straordinario evento, ma sul fatto che siamo riusciti a realizzare un sogno non ci piove sopra. Almeno su questo no, ma sicuramente non è stata la stessa cosa per il Totem Village. Sabato è stata acqua continua. E che acqua! Per molti quell’acqua (solidificata) ha impedito di prendere parte a questo primo raduno nazionale dei fans dei Red Hot Chili Peppers. Mi riferisco a coloro che, venendo dal nord Italia, hanno visto svanire il loro desiderio di condividere la loro passione con altri fans. Li salutiamo, sperando di poterli conoscere al prossimo raduno che con tutta probabilità si svolgerà poco prima dell’uscita del nuovo album della band, quando ormai (si spera…) questa lunga attesa sarà pressoché giunta al termine. 3 dicembre 2005: una data da ricordare. Per sempre …

Recensione di Fabio Cusano

“Buonasera a tutti signori e signore e benvenuti al primo megaraduno nazionale dedicato ai fans dei Red Hot Chili Peppers…… se è vero che la pioggia la manda il buon Dio allora i Red Hot non sono entrati nelle sue grazie”. È con queste parole di Riccardo, chitarrista dei BloodSugarSexMagik, che al Totem Village di Velletri (alle 22.50 circa) inizia un appuntamento che nel bene e nel male resterà nella storia: una serata live interamente dedicata al gruppo californiano. Ma per capire bene l’essenza di questo tributo bisogna fare qualche passo indietro, almeno di qualche ora quando i vostri due webmaster preferiti sono partiti da Prato per raggiungere la cittadina laziale. La partenza dalla stazione centrale di Prato avviene verso le 12:10 e dopo pochi chilometri io e *Ntjr* facciamo amicizia con un ragazzo di Latina, “colpevole” di maneggiare tra le proprie mani una copia del dvd dei Peppers “Live @ Slane Castle”. Una volta presa confidenza gli spieghiamo la serata e lo invitiamo ad assistere al concerto. Non ci promette niente …… infatti non ci sarà. Tra una cazzata e l’altra arriviamo a Roma Termini alle 15:30 dove già da una ventina di minuti ci aspetta Riccardo, il già citato chitarrista che sotto una pioggia battente ed appoggiato alla sua Honda Civic nera attende il nostro arrivo. Dopo esserci salutati partiamo verso Velletri (44 km dal centro di Roma), passando anche di fronte al Palaghiaccio di Marino, che nel gennaio del 2003 fu teatro di tre storici concerti dei Red Hot. In macchina parliamo di tutto: della pazzia musicale del Fruscio, delle aspettative sul nuovo album dei quattro (“speriamo sia un po’ meno moscio di By The Way…”), della serata, di internet e di sesso. Devo dire che con il passare dei minuti trovo in Riccardo una persona simpaticissima ed alla portata. Arriviamo così al Totem che sono le 17:30 (minuto più minuto meno) ed in veloce sequenza conosciamo Gabriele (il proprietario del locale nonché promotore dell’evento), Stregone (il fonico) e gli altri membri dei BloodSugarSexMagik, tra cui spicca il mastodontico cantante Giuseppe. Pochi minuti dopo inizia il sound check e per primo provano proprio i Blood: mentre eseguono “Scar Tissue” entrano nel locale anche le altre due cover band: i Rosso Riflesso (che stasera sono alla loro ultima data live come cover band dei RHCP) e i Funky Monks. Purtroppo mi scuso con molti di voi ma non riesco a ricordare i nomi di tutti gli elementi dei gruppi. Mentre le band cercano il suono piccante e perfetto della serata, Gabriele, osservando il diluvio dalla vetrata del locale, esterna molte perplessità sulla riuscita dell’evento. Poco importa, la serata si farà. Dopo aver cenato a base di penne al ragù e patatine fritte (!!!) iniziano le proiezioni su maxischermo dei video selezionati da noi dello staff di Venicequeen.it. Il primo è lo storico Fuji Rock Festival del 2002 dove, durante l’esecuzione di “Give It Away”, si presenta sul palco George Clinton. I componenti dei gruppi guardano soddisfatti la prestazione dei Peppers cercando di capire qualsiasi movimento delle loro mani e cercando di studiare qualsiasi loro mossa. Verso le 20:45, mentre iniziano ad arrivare delle persone (finalmente), arriva il video di “Stoccolma ’99”. I gruppi iniziano a preparasi, alcuni di loro non hanno problemi ad esternare anche una certa emozione. Curioso vedere come Peppe, batterista dei Funky Monks, sia già diversi minuti che si sta allenando con una specie di piccola batteria per allenare le braccia. Mentre sul video arrivano in sequenza i video “Sashimi ’99”, e “Psychedelic Sexfunk Live From Heaven”, le persone accorse danno una cornice più che accettabile all’evento. Arriviamo così velocemente alle 22:50 con Riccardo che effettua il suo discorso introduttivo dove invita sul palco anche noi dello staff del sito. Saliti sul palco prendo la parola, saluto i presenti “che hanno alzato i propri culi per accorrere qui” e ringrazio tutto lo staff del locale per l’ospitalità. Adesso si inizia a far sul serio, e sul palco salgono i Rosso Riflesso. Il gruppo presenta un set asciutto, potente dove spiccano una versione al fulmicotone di “TAYT” e “Havana Affair” per metà nella versione dei Peppers e per l’altra metà nella versione originale dei Ramones. Il gruppo si concede così dopo 40 minuti ottimi salutando la platea con un pezzo proprio, segno definitivo di come i quattro vogliano togliersi l’etichetta ormai scomoda di cover band per diventare un vero e proprio gruppo con pezzi inediti. Finito il loro live set il maxischermo proietta il video “Amburgo ’99”, mentre dietro di esso i BSSM iniziano a prepararsi. Dopo pochi minuti tocca a loro e così si parte per un altro intenso set. Il gruppo ricalca il repertorio più recente dei Red Hot, sciorinando una dietro l’altra “Scar Tissue”, “Can’t Stop”, “By The Way” e la conclusiva (e bellissima) “The Zephyr Song”. La cosa che mi ha stupito dei quattro è l’incredibile armonia vocale che utilizzano per rendere al meglio l’essenza melodica dei pezzi, cosa che non avevo mai sentito in altre cover band…… complimenti. Sono le 00:50 il pubblico ormai è caldo, la gente si diverte e questo per molti è segno di successo. Va citato in merito un gruppo di quattro giovanissimi catanesi che hanno preso l’aereo per essere presenti al raduno, bravi ragazzi! Riccardo presenta così alla platea i due inediti che stanno passando allo stereo, annunciandoli come due pezzi che probabilmente finiranno sul nuovo album dei Red Hot: “Ready Made” e “21st Century”. Il tempo scivola via velocemente e quando sono le 01:00 i Funky Monks montano sul palco pronti a chiudere una serata iniziata bene e comunque finita meglio. Da subito noto l’incredibile professionalità dei quattro nell’imbracciare gli strumenti e le loro esecuzioni sono davvero ottime. Ma è quando arriva il momento di “Stone Cold Bush” che mi esalto: Peppe alla batteria è un ossesso, Adriano emana un riff che ricorda di brutto quello di John e Andrea, il cantante, si dimena col microfono come uno squilibrato. Il loro set si conclude con una versione sgangheratissima di “Sir Psycho Sexy” con tanto di fan sul palco. Ma la vera ficata sarà una versione jam session di “Give It Away” con tutti gli altri elementi delle cover band sul palco a cantare con i Funky Monks…… molto Live Aid, ma simpatico. È così, come una festa di gruppo, come una serata tra amici che verso le 01:50 si conclude questo primo raduno, tra le note di una chitarra elettrica che emana un riff funk e la gente che lascia il locale soddisfatta…….. aldilà del buon Dio e della sua pioggia… Ringraziamenti doverosi: Gabriele, proprietario del Totem ed organizzatore della serata per l’ospitalità; Stregone, fonico del Totem per averci portato al ristorante cinese la domenica successiva; Riccardo dei BSSM, per il passaggio e per essersi rivelato una gran persona; Nello dei BSSM, bassista della band nonché grande personaggio; Giuseppe dei BSSM, cantante della band e “grande uomo”; Fabrizio dei BSSM, batterista della band; I Rosso Riflesso; I Funky Monks; Tutto lo staff del Totem per la pazienza avuta nei nostri confronti. Grazie a tutti.

Riccardo (chitarrista dei BloodSugarSexMagik) scrive:

Cari Fabio e Alberto, alias Venicequeen. In questo piovoso 8 dicembre romano, dopo aver letto il commento sulla delirante serata del 3 dicembre, sento il profondo e sincero desiderio di ringraziarvi per le parole che avete speso, per la cura con cui avete raccontato l’evento sul vostro sito e, soprattutto, per la passione che avete impiegato nell’accompagnare l’evento dalla ideazione fino al suo racconto. Credetemi, ragazzi… davvero, io che ho dovuto presentare l’evento, in questa situazione non riesco a trovare le parole per descriverlo a posteriori. Eppure sono convinto che questo sia normale, in quanto le parole sono il mezzo per esprimere i pensieri, ma sono assolutamente inadeguate ad esprimere le emozioni. E sono proprio le emozioni che hanno delineato l’evento… il nostro incontro alla stazione, il viso dei ragazzi di Catania e di Ancona, la cena dei musicisti, tutti in fila prima del concerto, la jam session, Gabriele e lo staff del Totem. Tutto, a parte la pioggia, è stato meraviglioso! E così ce l’abbiamo fatta… una serata invernale e piovosa è stata scaldata ed illuminata con la musica dei Red Hot Chili Peppers. A Velletri noi tutti insieme si è respirata l’aria e il sole della California… Davvero… non riesco a trovare le parole ma, in attesa di poter ripetere l’evento, avrei solo voglia di abbracciarvi tutti… ma proprio tutti!


Gianluca (batterista dei Rosso Riflesso) scrive:

Cari Fabio e Alberto, alias Venicequeen. In questo piovoso 8 dicembre romano, dopo aver letto il commento sulla delirante serata del 3 dicembre, sento il profondo e sincero desiderio di ringraziarvi per le parole che avete speso, per la cura con cui avete raccontato l’evento sul vostro sito e, soprattutto, per la passione che avete impiegato nell’accompagnare l’evento dalla ideazione fino al suo racconto. Credetemi, ragazzi… davvero, io che ho dovuto presentare l’evento, in questa situazione non riesco a trovare le parole per descriverlo a posteriori. Eppure sono convinto che questo sia normale, in quanto le parole sono il mezzo per esprimere i pensieri, ma sono assolutamente inadeguate ad esprimere le emozioni. E sono proprio le emozioni che hanno delineato l’evento… il nostro incontro alla stazione, il viso dei ragazzi di Catania e di Ancona, la cena dei musicisti, tutti in fila prima del concerto, la jam session, Gabriele e lo staff del Totem. Tutto, a parte la pioggia, è stato meraviglioso! E così ce l’abbiamo fatta… una serata invernale e piovosa è stata scaldata ed illuminata con la musica dei Red Hot Chili Peppers. A Velletri noi tutti insieme si è respirata l’aria e il sole della California… Davvero… non riesco a trovare le parole ma, in attesa di poter ripetere l’evento, avrei solo voglia di abbracciarvi tutti… ma proprio tutti!


Gabriele (Totem Village) scrive:

La gente è stata meno della metà di quella che aveva prenotato. Questo per il tempo davvero impestato. Addirittura un pullman intero non è riuscito a raggiungere nemmeno la strada per Roma. Ha piovuto tutto il santo giorno in un modo così violento che i tombini si sono rivoltati per strada. Veramente pericoloso guidare e raggiungere qualsiasi posto. 150 temerari l’hanno fatto e secondo me si sono divertiti molto. Gli ultimi si sono allontanati dal pub alle 5 di mattina!! I gruppi si sono comportati molto bene sonando e cambiando palco in modo fluido e piacevole. C’era proprio il tipico clima di festa. Più di 40 pezzi suonati in maniera convincente e senza troppe formalità (visto che era una festa). Il divertimento l’ha fatto da padrone e il risultato e’ stato raggiunto. Peccato per le defezioni. Alle feste, più si e’ e più ci si diverte. Ad Aprile lo ripeteremo e stavolta il tempo per un po’ ci lascerà in pace, almeno spero. Comunque noi ce l’abbiamo messa tutta per fare di questa data l’evento che ci si aspettava. Alla prossima e grazie a tutti.

Tutto quello che è successo (i pezzi eseguiti dai BloodSugarSexMagik e dai Funky Monks non sono in ordine)

  • Ore 20.30 VIDEOPROIEZIONE – Fuji Rock Festival 2002
  • Ore 20.45 VIDEOPROIEZIONE – Live in Stoccolma 1999
  • Ore 21.45 VIDEOPROIEZIONE – Live @ MTV Sashimi Studios 1999
  • Ore 22.50 VIDEOPROIEZIONE – Psychedelic Sexfunk Live From Heaven
  • Ore 23.00 LIVE SET – Rosso Riflesso

01 – Intro
02 – By The Way
03 – Universally Speaking
04 – Parallel Universe
05 – Throw Away Your Television
06 – Havana Affair (The Ramones)
07 – Time
08 – Breaking The Girl
09 – Can’t Stop
10 – Otherside
11 – The Power of Equality
12 – C’era (Rosso Riflesso)

  • Ore 23.50 VIDEOPROIEZIONE – Live in Amburgo 1999
  • Ore 24.00 LIVE SET – BloodSugarSexMagik

01 – Blood Sugar Sex Magik
02 – Aeroplane
03 – Californication
04 – Easily
05 – By The Way
06 – Suck My Kiss
07 – Mellowship Slinky In B Major
08 – Get On Top
09 – Give It Away
10 – Under The Bridge
11 – Scar Tissue
12 – The Zephyr Song
13 – Walkabout

  • Ore 00.50 ASCOLTO INEDITI 2005 “Ready Made” e “21st Century” + “Under The Bridge” (Mtv React Now 2005)
  • Ore 01.00 LIVE SET – Funky Monks

01 – Around The World
02 – Funky Monks
03 – Fortune Faded
04 – Purple Stain
05 – Stone Cold Bush
06 – Aeroplane
07 – My Lovely Man
08 – Get On Top
09 – “London Calling” intro (The Clash) + Right On Time
10 – Sir Psycho Sexy
11 – Californication
12 – Can’t Stop

  • Ore 01.50 GIVE IT AWAY + JAM SESSION FINALE
      • TOTEM VILLAGE – Gabriele (direttore artistico), Diego “Stregone” (fonico e tecnico illuminazione)
      • ROSSO RIFLESSO – Pietro ‘Px’ (voce), Gianguido ‘JJ’ (chitarra), Samuele ‘Samubass’ (Basso), Gianluca ‘The Dr’ (batteria)
      • BLOODSUGARSEXMAGIK – Giuseppe (voce), Riccardo (chitarra), Nello (basso), Fabrizio (batteria)
      • FUNKY MONKS – Andrea (voce), Adriano (chitarra), Renzo (basso), Peppe (batteria)
      • Playlist delle VIDEOPROIEZIONI a cura dello staff di Venicequeen.it
      • Foto a cura di *Ntjr* e *sir psycho sexy*
      • Lo striscione “PSYCHEDELIC SEXFUNK LIVE FROM ROMA” è a cura di Alberto ed Eleonora
      • La locandina dell’evento è a cura di Nello