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Gloria Scott, la storia della ‘Venice Queen’ che salvò Anthony Kiedis

Scopri la storia dietro la G-L-O-R-I-A che Anthony Kiedis cita nella canzoneVenice Queen, tra aneddoti, sofferenza, tanta stima e solidarietà reciproca nella lotta alla tossicodipendenza

Traduzione a cura di:
Miriam Mechelli
Tina Zannella

Nel 1994, durante una visita dal dentista, a Anthony Kiedis vengono somministrati degli antidolorifici che lo incoraggiano a ricadere nell’uso di droghe pesanti; dopo anni di sobrietà e nel bel mezzo della produzione dell’album One Hot Minute (1995), uscito in ritardo proprio a causa dei suoi problemi con gli stupefacenti.
Tuttavia, nel ’96, Anthony incontra Gloria Scott, una terapista della riabilitazione dalla droga che lavorava al Cri-Help a North Hollywood, in California.

Gloria Scott

In un passaggio dell’autobiografia Anthony Kiedis Scar Tissue racconta:

«Durante tutte le mie ricadute, ho avuto il sostegno di Bob Timmons, che cercava costantemente di riportarmi in riabilitazione. Ricevevo molto affetto anche da una mia amica, una bellissima hippie comunista di Venice Beach di nome Gloria Scott. La prima volta che ho visto Gloria stava parlando a un incontro a Hollywood durante la mia prima parte di sobrietà, alla fine degli anni ’80.»

«Diceva di essere stata per tutta la vita una spacciatrice e tossicodipendente, un’artista della truffa che se ne andava in giro a svuotare farmacie. A quel punto era pulita da dieci anni. Pensai: “Questa donna è la persona più tosta che abbia mai incontrato. È sgradevole, non cerca di piacerti, dice cose tipo ‘Se non ti va quello che dico, vaffanculo bastardo, perché io ci sono passata’

«Diceva che la sua più grande forza era Neil Young. Poi disse: ‘Vivo in un bungalow di una sola stanza a Venice dal 1967. Spacciavo a Jim Morrison prima che voi smetteste di pisciarvi addosso. Le sole cose che ho a casa mia sono un poster di Che Guevara, uno di Neil Young e uno dei Red Hot Chili Peppers con i calzini sull’uccello».

Neil Young nel 2001, foto Alami, fonte thisisdig.com

«Mi avvicinai a lei dopo l’incontro e le dissi che ero onorato di stare sul muro insieme a Neil. Diventammo amici in fretta, ma senza complicazioni sentimentali. Quando cominciavo a essere davvero disperato e isolato, smettevo di rispondere al telefono.»

«Di tanto in tanto controllavo la posta e trovavo una cartolina che raffigurava un guerriero nativo americano. Sul retro Gloria scriveva: ‘Non smettere mai di lottare. Sei un guerriero e la sconfiggerai. Ho fiducia in te. Non ti dimentico mai, non dimenticarti di te stesso’. La leggevo seduto in cucina e pensavo: “C’è una persona là fuori che crede davvero che io possa vincere questa battaglia”.»

«…Nel febbraio 2001 ricevemmo una brutta notizia. A una delle mie più grandi amiche e mentori, Gloria Scott, era stato diagnosticato un cancro ai polmoni. Ci riunimmo subito per cercare di trovare tutte le cure possibili che potessero aiutarla, ma avevamo bisogno di soldi perché lei non ne aveva. Così ci esibimmo per un concerto di beneficenza in suo onore (e anche per la malattia di Huntington, una malattia che aveva colpito la famiglia di una delle ex fidanzate di Flea) così raccogliemmo soldi a sufficienza. E, dato che Gloria aveva sempre detto che Neil Young era la sua forza, chiamai Neil per chiedergli se per qualche assurdo caso potesse recitare e lui rispose: “Dimmi quando, sarò lì con i Crazy Horse.”»

La locandina dell’evento benefico ‘A Night For Gloria’

Il 1° marzo per la sera dello spettacolo (A Night for Gloria) le condizioni di Gloria peggiorarono, ma decise ugualmente di essere al concerto ed io ero entusiasta di presentarla a Neil, fu un momento magico vedere quelle due persone insieme. Portammo Gloria in un piccolo appartamento sulla costa a Venice Beach, perché era sempre stata vicino all’Oceano, ma viveva nell’entroterra di Venice da trent’anni.

Il biglietto dell’evento benefico ‘A Night For Gloria’

«Tuttavia, dopo aver assunto un’infermiera e pagato le sue cure, i medici scoprirono che il cancro era in un stadio troppo avanzato. Allora, mi recai in ospedale e le dissi “So che stai morendo, quindi dovresti sapere che ti voglio bene.” Non voleva morire in ospedale, per questo la portarono nella sua nuova casa al mare dove morì poco dopo.»

Ed è così che i Red Hot Chili Peppers hanno dedicato quest’ode a Gloria Scott, la regina di Venice; che è la canzone che chiude il loro ottavo album in studio, By The Way (2002).

Fonti:
Rhcplivearchive.com
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