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Blood Sugar Sex Magik: avere 30 anni in un silenzio assordante

Il 24 settembre 1991 esce negli Stati Uniti (ma per Wikipedia l’uscita europea arrivò il giorno prima) Blood Sugar Sex Magik, il quinto album in studio di una promettente band rock funk che porta il nome di Red Hot Chili Peppers.
Se nei primi anni di attività la band (almeno fino a Mother’s Milk) non è mai riuscita ad ottenere un successo commerciale su larga scala, questo lavoro pubblicato in un periodo dove molte altre band stavano rilasciando i loro masterpiace (vedi i Nirvana con Nevermind, i Pearl Jam con Ten, i Metallica con Black Album o per sconfinare in Europa gli U2 di Achtung Baby – ma ce ne sarebbero molti altri, vedi immagine sotto) riusci’ a ritagliarsi uno spazio importante nel mainstream, piazzando oltre 6 milioni di copie vendute in U.S.A nel giro di pochi mesi. Un traguardo all’apparenza impossibile, dato che i 4 precedenti album della band, se sommati insieme, negli States non superavamo i 2 milioni di copie.
Ad oggi, per completare il quadro, Blood Sugar Sex Magik ha venduto circa 15 milioni di copie nel mondo.

Non staremo più di tanto a parlare (anzi, non lo faremo per niente, dato che a livello revisionistico, non c’è altro da aggiungere a quanto di non già scritto in 3 decenni di recensioni e saggi di vario tipo) della qualità di questa opera, tutt’oggi riconosciuta come uno dei più grandi album crossover del secolo passato, che ha pesantemente influenzato tutta la musica alternative americana dei ’90 e dei (quanto meno) primi anni ’00, ma, visto che ci avviciniamo al 30esimo anniversario di vita di questo album tutt’oggi tra i più apprezzati dai fan della band californiana, è giusto quanto meno discutere su come la Warner Bros., detentrice dei diritti riguardante questo disco, in probabile combutta con il management del gruppo, stia facendo passare tristemente in sordina questo anniversario.

Certo, chi è fan dei RHCP non è nuovo a questo tipo di (non) operazioni, dato che per il 20esimo anniversario di un altro loro disco vendutissimo (si, parliamo di Californication), la WB utilizzò tutte le sue energie psico/fisiche (si, è ironia spicciola) per pubblicare un vinile picture disc in edizione limitata….e basta, oppure i 20 anni di One Hot Minute compiuti nel 2015, dove manco si degnarono a ripubblicarlo in qualche versione con qualche traccia bonus. NIENTE.
Ok, quell’album è poco amato e celebrato dalla band stessa e all’epoca vendette meno della previsioni, ma negli anni ha ricevuto una rivalutazione commerciale non da poco (e forse anche critica).
Quindi, perchè non azzardare qualcosa?

E ci fermiamo qui.
Anzi no.

Si, perchè potremmo essere impietosi e ricordare di come il 25esimo di Mother’s Milk (2014) sembrava dovesse essere festeggiato con una riedizione con tanto materiale extra da inserire in un disco bonus (a detta dello stesso batterista della formazione Chad Smith) per poi non essere mai pubblicato senza una spiegazione che nulla, cosi come nel 2019 fu bucata anche un riedizione del 35esimo del disco di debutto, che si forse rimane tutt’oggi acerbo e poco messo a fuoco, magari poco “ricordabile”. Ma chi tra in fan più incalliti si sarebbero fatti sfuggire (e siate onesti) una ristampa in vinile 180 grammi, dato che in questo formato il disco è fuori catalogo da tempo e reperibile solo a prezzi altissimi?
E l’anno prossimo, non dimentichiamocelo, By The Way ne compirà 20.
E ci teniamo in tasca qualche altro esempio, già cosi il quadro è particolarmente pietoso.

E’ allora perchè ci meritiamo tutto questo?


Difficile a dirsi. Per quanto l’appeal del marchio Red Hot Chili Peppers non sia più lo stesso di 20/25 anni fa, la band continua ad avere un catalogo vendutissimo, e il nuovo album che vede il ritorno di John Frusciante nel ruolo di chitarrista è tra i più attesi e chiacchierati del rock mainstream da mesi, nonostante non si abbiano ancora notizie su una (vaga…VAGA) data di uscita. Il cambio di management avvenuto qualche mese per molti presagiva anche un cambio di marcia anche nella gestione della storia musicale del gruppo, ma amaramente ad oggi, a parte la vendita dei diritti musicali ad una società inglese per 140 milioni di dollari, niente sembra essere cambiato.
Poca voglia di investire da parte dell’etichetta? Idee poco chiare su cosa e come immettere dei prodotti sul mercato di una band che non pubblica nuova musica da 5 anni e mezzo e non suona dal vivo in un concerto intero da quasi 3?
Forse.

Alcuni di voi diranno: “si ma ormai con Spotify e affini nessuno compra più musica fisica”. E qui vi volevo.

Infatti la situazione si fa più amara se guardiamo all’erba del vicino, che si sa, è sempre più verde. Perchè se torniamo ad inizio articolo, e rimettiamo in gioco le altre band che abbiamo menzionato, sapete che sta per succedere?

Ecco, sta per succedere che i Metallica, per il 30esimo di Black Album lo ristamperanno in CD, vinile e addirittura musicassetta, senza tralasciare anche un disco tributo alle tracce originali con decine di ospiti (tra cui anche il nostro Chad Smith, arieccolo). Il tutto arricchito da un nuova rimasterizzazione, libretto e tanto altro. Operazione esemplare per far svuotare i portafogli dei fan, che si saranno più poveri, ma anche più felici.
Veniamo ai Pearl Jam (tra l’altro “band amica” dei nostri) ed al loro debut album Ten: qui la celebrazione e meno fisica e più digitale ok, ma è pur sempre una celebrazione fatta di tante cose, spesso accessorie, che non possono che rendere felici i seguaci, che si godranno per l’occasione anche tanto materiale dal vivo inedito.


Non abbiamo citato prima i R.E.M (che nel 1991 comunque rilasciarono Out Of Time, disco importantissimo per la loro scala commerciale), che però ci aiutano a chiudere in bellezza questo articolo. La band capitana da Michael Stipe, nonostante si sia sciolta da oltre 10 anni, si avvia a festeggiare un loro disco – commercialmente minore, dal titolo New Adventures In Hi-Fi, che quest’anno ne compie 25, di anni. Anche qui ristampa deluxe in CD, vinile, tanti pezzi inediti ed addirittura un film documentario di 64 minuti.

Sicuri che nessuno abbia più voglia di acquistare musica in formato fisico? SICURI?
Sicuri che dietro a queste operazioni commerciali, spesso anche costosissime, non ci sia dietro un minimo di indagine da parte delle etichette che investono su questo prodotti, rischiando non poco, visto il periodo?
NE SIETE SICURI?

Chiosando, a meno di un mese dai festeggiamenti quindi, subiamo l’ennesimo silenzio assordante sul fronte RHCP: nessun concerto ancora previsto per il 2022 (mentre decine si altri gruppi rischedulano come se non ci fosse un domani interi tour), nessuna notizia concreta sul nuovo album (a 5 anni di distanza dall’ultimo), e nessun prodotto ufficiale sul mercato per poter rendere queste varie attese un pò più dolci.

Che abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?