VeniceQueen.it

RHCP Italian Community since 2004

Intervista ad Andrea Pezzi

16 Giugno 2024

Introduzione

È il 14 Giugno 1999: allo Spazio Antologico di via Mecenate, a Milano, MTV Italia ospita il ritorno dei Red Hot Chili Peppers, quelli con la formazione storica.
I demoni di John Frusciante hanno mollato la presa, lasciando che il figliol prodigo potesse riabbracciare i compagni abbandonati sette anni prima nel bel mezzo del tour di supporto di un capolavoro, Blood Sugar Sex Magik, che non doveva e non poteva essere l’ultimo.
Andrea Pezzi, all’epoca VJ della famosa emittente musicale e oggi innovativo imprenditore digitale, a soli sei giorni di distanza dalla pubblicazione di Californication fu uno dei ‘miracolati’ ad essere testimone diretto di un passaggio epocale.
Grazie alla trasmissione MTV Sashimi i Red Hot sbarcarono a Milano per un promo show memorabile, in un’Italia letteralmente infuocata per quella che sarebbe diventata la band al vertice del Rock a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.
Andrea Pezzi intervistò la band in quell’occasione, e noi abbiamo pensato di contattarlo in modo da raccogliere per voi questa preziosa testimonianza: una fotografia quasi vintage che ci sembrava giusto rispolverare, un tassello da aggiungere al nostro progetto celebrativo e retrospettivo che, in occasione del 25° anniversario di Californication, stiamo oggi portando avanti con orgoglio e onore maggiori grazie alla disponibilità di Pezzi, passato stavolta dall’altra parte del microfono per omaggiare la memoria storica in favore della nostra community. Buona lettura!

VENICEQUEEN.IT

Cosa ti ha lasciato a livello personale quell’intervista?

ANDREA PEZZI

Ricordo bene la giornata, è stato uno degli incontri più importanti per quegli anni in cui lavoravo in MTV: David Bowie, Bjork, U2…tutti artisti per me molto importanti, sentimentalmente parlando. Loro mi piacevano moltissimo, li ho incontrati con grande curiosità. Alla fine la cosa che resta quando incontri i tuoi miti, i tuoi eroi, è che in fondo diventano persone reali, in carne ed ossa. Capisci le dinamiche: in ogni gruppo c’è sempre il leader, che però magari non è il leader manifesto…e poi c’è la persona che scherza. E mi ricordo benissimo la dinamica di gruppo dei Red Hot Chili Peppers, questo gruppo di ragazzi che assomigliava molto a un normale gruppo di amici. Erano molto ‘sani’, molto più sani di quanto mi aspettassi, come quando ho incontrato Marilyn Manson credendo di avere a che fare con una specie di mostro satanico e poi, in realtà, non è stato affatto così. Erano ordinati e disciplinati, dei professionisti veri, erano rockstar ma non nell’accezione che questo termine poteva avere negli anni ’60 e ’70, à la Frank Zappa per intenderci: non erano affatto sregolati o al di fuori da qualsiasi concetto di socialità, anzi. Loro sono stati, secondo me, negli anni ’90, in assoluto, IL gruppo degli anni ’90, così come lo erano stati gli U2 a cavallo fra gli ’80 e i ’90. Hanno traghettato il rock verso il nuovo millennio.

VENICEQUEEN.IT

Ti diedero l’impressione di una band effettivamente rinata dopo le ultime vicissitudini vissute (in primis da John Frusciante)?

ANDREA PEZZI

Non abbiamo parlato dell’argomento, il discografico non voleva che ne parlassimo. Tra l’altro avevo letto da poco tempo il romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo…chiedendo direttamente a loro magari avrei avuto qualche risposta in più, ma non lo feci perché i discografici non volevano. Comunque sia, non ho avuto quell’impressione: per me loro hanno avuto quasi due vite ben distinte. Con Californication, l’album che presentarono quel 14 Giugno 1999 a MTV Sashimi, stavano facendo un bel salto in avanti. Guardando indietro certamente c’era una discografia rilevante, però personalmente li ho vissuti con particolare attenzione dalla nuova band in poi. Non ho avuto un effetto nostalgico, forse perché ho iniziato ad amarli proprio con questo album. Io sono per questa ‘seconda stagione’: non che la prima non mi piacesse, ma con Californication sono diventati molto più rilevanti dal punto di vista della cultura pop. Hanno portato il rock in un luogo diverso. Non sarebbero mai stati i Red Hot Chili Peppers, secondo me, senza questo passaggio di allargamento.

VENICEQUEEN.IT

Ricordi perché Flea non prese parte all’intervista?

ANDREA PEZZI

Ci dispiacque molto. Magari furono solo dei pettegolezzi, non so nemmeno se sia corretto dirlo, ma mi dissero che la sera prima non stava benissimo e che non aveva molta voglia di prendere parte all’intervista. Credo anche che ci fosse una sorta di antipatia nei confronti di MTV da parte di alcuni di loro, riuscivo a percepirlo dalla tensione manifestata dai discografici. Amavano MTV, ma neanche troppo. Forse era un effetto del passaggio culturale che stava trasformando l’identità del gruppo e stava rendendo il loro approccio al mezzo come se fosse un gioco snobistico. Avevano bisogno di MTV, l’idea di fare un promo show andava loro bene, però allo stesso tempo sembravano dire “la mia musica è la mia musica, non mi rompere i coglioni con le interviste ecc.”. Tra l’altro Sashimi si presentava come qualcosa di più sofisticato di una semplice intervista, per cui a maggior ragione non erano così desiderosi di giocare col mezzo.

VENICEQUEEN.IT

Ricordi di aver fatto alla band domande meno formali che poi non sono finite nell’intervista?

ANDREA PEZZI

Ricordo che ci fu un pre-intervista molto freddo. Poi è partita l’intervista, che definirei ‘caciarona’ e un po’ ‘cazzeggiante’: abbiamo costruito un dialogo semplice, cercando di rispettarli e di smorzare quella tensione iniziale per poi metterli a loro agio. Hanno apprezzato il fatto che ci fossimo messi al loro servizio e infatti il post-intervista fu molto, molto gradevole. Li abbiamo onorati nella maniera più delicata che potessimo. È stato allora che ho avuto modo di conoscerli un po’ meglio. Comunque sia non ricordo di aver posto loro domande particolarmente diverse da quelle che hanno ripreso le telecamere. Non ci furono domande memorabili, solo un dialogo generale a briglie sciolte: dopo un inizio formale, dove forse avevano paura che facessimo del protagonismo avventato su di loro, capirono che potevano lasciarsi andare.

VENICEQUEEN.IT

Li hai incontrati e intervistati in altre occasioni?

ANDREA PEZZI

Li ho incontrati nuovamente qualche anno dopo a Londra, non ricordo bene dove, credo nell’after-show alla O2 Arena. Fecero un bellissimo concerto, passai a salutarli e si ricordavano di me!

VENICEQUEEN.IT

Come hai vissuto l’uscita di Californication? Qual è la tua canzone preferita dell’album, e perché?

ANDREA PEZZI

Ti direi Scar Tissue, mi piace molto. Ma forse no, quella che preferisco è Porcelain. Quando alcune rock band si esercitano sulle ballate, quei brani dolci e melodici, secondo me toccano dei vertici pazzeschi. Mi piace molto anche la storia che c’è dietro quella canzone, che tratta un tema così delicato come una giovane ragazza madre tossicodipendente che Kiedis conobbe ad uno dei suoi incontri di gruppo.

VENICEQUEEN.IT

Nell’autobiografia Scar Tissue Anthony Kiedis ‘scatta’ una fotografia molto precisa di come l’Italia stesse accogliendo il disco proprio nei giorni in cui la band arrivò per il live all’MTV Sashimi: “il disco era uscito da 5 giorni; ovunque andassimo, tutti i negozi lo suonavano. L’Italia aveva preso fuoco”. Anche tu, da addetto ai lavori, hai avuto questa sensazione al tempo?

ANDREA PEZZI

Si, era una roba devastante! Il fatto che ad MTV avessimo ottenuto il concerto dei Red Hot Chili Peppers rese quel programma IL programma: fu uno dei punti di vertice che MTV raggiunse in quel 1999. Mi ricordo che riuscimmo a strappare il concerto a Tiki Taka di Enrico Silvestrin, che andava in onda su Rai 2. Riuscimmo ad avere la meglio sulla Rai e a prendere il concerto dei Red Hot, che rimaneva comunque un evento limitatissimo ed esclusivo. C’erano duecento, forse trecento invitati selezionati tra gli addetti ai lavori, se guardavi giù dal palco c’era chiunque dell’industria musicale del tempo: musicisti, cantanti, discografici, autori, staffer di MTV…fu proprio L’evento!

VENICEQUEEN.IT

Raccontaci una peculiarità che ti ha colpito in ciascuno di loro. Chi apprezzi di più umanamente parlando?

ANDREA PEZZI

Questa è una domanda a cui faccio fatica a dare una risposta, quindi eviterei di addentrarmici.

VENICEQUEEN.IT

Hai continuato a seguire la band anche nel post-Californication? Cosa ne pensi del percorso intrapreso con Josh Klinghoffer?

ANDREA PEZZI

A me loro piacciono sempre e ogni volta che esce qualcosa la ascolto perché ho sempre molta curiosità di seguire la loro evoluzione. A differenza di altre band della nostra generazione, che sono la testimonianza del Rock degli anni ’90 e 2000, loro non si sono ‘youtubeizzati’, non sono entrati in un mondo così largo come invece altri hanno fatto. Sono bravissimi, ma non hanno fatto quell’opera di ‘democratizzazione’ del rock che è tipica di chi ha fatto epoca: gli U2, da questo punto di vista, hanno qualcosa in più dei Red Hot. Non per la qualità delle canzoni, perché quando parli di questi vertici la qualità è certamente alta; però ad un certo punto gli U2 hanno avuto una svolta pop, proprio con l’album che porta questo nome [uscito nel 1997, n.d.r.], hanno fatto un viaggio verso il mondo e in particolare Bono ha saputo capire cosa stava accadendo con l’avvento di Internet, raccontando una storia molto più profonda di quanto i Red Hot siano riusciti a fare da dopo Californication. I Red Hot non hanno avuto il carisma di un leader come Bono: come dicevo prima, li ho visti come un gruppo di amici, tutti uguali, nessuno che se la tirava più degli altri. Non c’era un leader vero. Credo che forse da qualche parte John Frusciante fosse veramente il leader, ma era un leader diverso, rivolto alla purezza della musica, non al mondo. E questo può essere un ‘pro’ fino ad un certo punto, ma può essere un ‘contro’ se devi fare quel salto di qualità che di solito nasce dall’ambizione individuale. Per questo non hanno saputo entrare dentro il tempo della storia, e quando il Rock non entra dentro la storia inevitabilmente diventa una parabola che punta verso il basso. Rimane la nostalgia: secondo me il meglio dei Red Hot è alle spalle, non è una cosa che mi aspetto domani. La carriera degli U2 è durata molto di più dal punto di vista dell’immaginario collettivo. Non è un giudizio sulla musica, è un giudizio sull’icona che può rappresentare una band. La deriva sociale e politica a un certo punto la devi prendere: se rimani puro, se rimani musica pura, ti perdi un po’.

VENICEQUEEN.IT

Come hai vissuto (e stai vivendo) il secondo ritorno di Frusciante in formazione? Ci sono analogie col periodo di Californication? Cosa apprezzi di più degli ultimi due album in studio e a livello live come ti sembrano nel tour che stanno portando avanti da oltre due anni?

ANDREA PEZZI

Non sono un fan di John Frusciante. Li seguo, ma non come un tempo. Sono anche cambiato io: è difficile che riesca a trovare in loro degli stimoli attualmente, alla mia età. Rappresentano un ricordo, sicuramente sono straordinari, però non sono più il loro target.

VENICEQUEEN.IT

Grazie Andrea per la disponibilità nel raccontarci questa tua preziosa esperienza.

ANDREA PEZZI

Grazie a voi e in bocca al lupo per quello che state facendo. A presto!

Il video dell’esibizione dei Red Hot Chili Peppers all’MTV Sashimi del 1999, intervallata con alcuni spezzoni della relativa intervista.

Crediti

Introduzione a cura di Alberto Rossi
Intervista a cura di Alberto Rossi e Gianmarco Minossi
Revisione e pubblicazione a cura di Francesco Generale