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Purple Stain

Purple Stain è la tredicesima traccia del settimo album in studio dei Red Hot Chili Peppers, Californication. Il ritmo spezzettato e coinvolgente della canzone scandisce perfettamente la parte vocale ed il testo sessualmente entusiasta di Anthony; notevole è anche il finale guidato a quattro mani da John e Flea ma è Chad, più di tutti, a salire sugli scudi con una performance batteristica che va senza dubbi annoverata fra le migliori della sua carriera.


TESTO

To finger paint is not a sin
I put my middle finger in
Your monthly blood is what I win
I’m in your house, now let me spin
Python power straight from Monty
Celluloid loves got a John Frusciante
Spread your head and spread the blanket
She’s too free and I’m the patient

Black and white
Red and blue
The things that look good on you
And if I scream
Don’t let me go
A purple stain, I know

Knock on wood, we all stay good
‘cause we all live in Hollywood
With Dracula and Darla Hood
Unspoken words were understood
Up to my ass in alligators
Let’s get it on with the alligator haters
Did what you did, did what you said
What’s the point? Yo, what’s the spread?

Black and white
Red and blue
The things that look good on you
And if I scream
Don’t let me go
A purple stain, I know

And if I call
For you to stay
Come hit the funk on your way
It’s way out there
But I don’t care
‘cause this is where I go

Knock on wood, we all stay good
‘cause we all live in Hollywood
With Dracula and Darla Hood
Unspoken words were understood
It’s way out there but I don’t care
‘cause this is what I want to wear
Knock on wood, we all stay good
‘cause we all live in Hollywood

To finger paint is not a sin
I put my middle finger in
Your monthly blood is what I win
I’m in your house, now let me spin
Feather light but you can’t move this
Farley is an angel and I can prove this
Purple is a stain upon my pillow
Let’s sleep, weeping willow

Black and white
Red and blue
The things that look good on you
And if I scream
Don’t let me go
A purple stain, I know

And if I call
For you to stay
Come hit the funk on your way
It’s way out there
But I don’t care
‘cause this is where I go

Knock on wood, we all stay good
‘cause we all live in Hollywood
With Dracula and Darla Hood
Unspoken words were understood
It’s way out there but I don’t care
‘cause this is what I want to wear
Knock on wood, we all stay good
‘cause we all live in Hollywood


TRADUZIONE

Dipingere con le dita non è peccato
Metto dentro il mio dito medio
Il tuo sangue mensile è ciò che vinco
Sono dentro casa tua, ora fammi girare
Potere Python direttamente da Monty
Gli amori di celluloide hanno un John Frusciante
Apri la mente e stendi la coperta
Lei è troppo libera e io sono quello paziente

Nero e bianco
Rosso e blu
Le cose che stanno bene addosso a te
E se grido
Non lasciarmi andare
Una macchia viola, lo so

Tocca ferro, stiamo tutti bene
Perché viviamo tutti ad Hollywood
Con Dracula e Darla Hood
Parole non dette sono state comprese
Alligatori su per il mio culo
Diamoci dentro con gli hater degli alligatori
Hai fatto quel che hai fatto, hai fatto quel che avevi detto
Ma per quale motivo? Yo, cos’è che stai spargendo?

Nero e bianco
Rosso e blu
Le cose che stanno bene addosso a te
E se grido
Non lasciarmi andare
Una macchia viola, lo so

E se ti chiedo
Di restare
Beccati questo funk lungo la strada
È molto lontano
Ma non mi importa
Perché è lì che sto andando

Tocca ferro, stiamo tutti bene
Perché viviamo tutti ad Hollywood
Con Dracula e Darla Hood
Parole non dette sono state comprese
È molto lontano ma non mi importa
Perché è questo che voglio indossare
Tocca ferro, stiamo tutti bene
Perché viviamo tutti ad Hollywood

Dipingere con le dita non è peccato
Metto dentro il mio dito medio
Il tuo sangue mensile è ciò che vinco
Sono dentro casa tua, ora fammi girare
Leggero come una piuma ma non riesci a spostarlo
Farley è un angelo e posso dimostrarlo
Viola è la macchia sul mio cuscino
Dormiamo, salice piangente

Nero e bianco
Rosso e blu
Le cose che stanno bene addosso a te
E se grido
Non lasciarmi andare
Una macchia viola, lo so

E se ti chiedo
Di restare
Beccati questo funk lungo la strada
È molto lontano
Ma non mi importa
Perché è lì che sto andando

Tocca ferro, stiamo tutti bene
Perché viviamo tutti ad Hollywood
Con Dracula e Darla Hood
Parole non dette sono state comprese
È molto lontano ma non mi importa
Perché è questo che voglio indossare
Tocca ferro, stiamo tutti bene
Perché viviamo tutti ad Hollywood


ANALISI DEL TESTO

Nelle esplorazioni liriche di Anthony Kiedis, si sa, il sesso ha sempre avuto un ruolo centrale. E’ così anche in Californication, l’album della rinascita, che – a partire dal suo titolo – è ricco di riferimenti più o meno metaforici alla sfera sessuale.

In Purple Stain, l’immagine evocata è quella della macchia rossastra sulla biancheria da letto. 

AK ci dà subito un po’ di contesto: la macchia è frutto del sangue mestruale di cui il letto – teatro dell’amplesso – si è sporcato, come il foglio di un artista troppo preso dalla sua forza creativa per non incorrere in tale inconveniente. 

La metafora usata qui non è casuale: Anthony stesso ci dice che imbattersi nel sangue mestruale non è tabù, se la connessione sessuale è tale da entrare profondamente l’uno nel mondo dell’altro, e lo fa paragonandosi a chi usa i colori a dita.

AK ci racconta che paradossalmente la sua arditezza sessuale è travolta da quella della sua partner: lui è quello paziente e lei la libertina, in una scena in cui il suo pitone – simbolo fallico e di potenza animalesca, arricchito dal solito riferimento pop ai Monty Python – si abbandona alla voglia di esplorare della partner. Quasi sullo sfondo, la frase più amata dai fan dei Peppers e la seconda menzione di John Frusciante nei testi di Californication: qui il viscerale amore di John per l’arte viene citata, con particolare riferimento al cinema e ovviamente alla chitarra: John è in debito con la cellulosa, da cui si producono i materiali per le pellicole cinematografiche e per i plettri. 

Sarà nel condividere questo amore per la cultura che l’amore erotico è sbocciato tra Anthony e la ragazza in questione?

Qualunque sia la risposta, la seconda citazione di John testimonia la gratitudine di Anthony per averlo nella sua vita personale e artistica.

La prima parte del pre-ritornello sembra allora fare da collegamento tra quanto descritto nella prima strofa e il secondo blocco lirico del pezzo, ovvero il solito affresco hollywoodiano, stavolta abbozzato tenendo presente la centralità del sangue nel pezzo. Durante l’amplesso, tutto e tutti i colori stanno bene addosso alla partner, e Kiedis chiede di non essere lasciato andare se tale eccentrico tripudio di colori dovesse spaventarlo, perché l’esperienza amorosa deve sempre essere vissuta rischiando.

Questa personale esperienza di Kiedis si lega al contesto in cui accade: Hollywood, dove tutto il bello e tutto il brutto può succedere, dove il sangue può essere nutrimento (per Dracula) o morte (per Darla Hood, popolare attrice morta per complicazioni dovute a una trasfusione di sangue). Che il sangue sia qui una metafora del successo? Forse sì, probabilmente no. Sia quel che sia, a Hollywood c’è ragione di toccare ferro e sperare per il meglio.

Nella seconda strofa, la ricerca del significato si perde nell’esercizio di allitterazione di Anthony, che costruisce frasi semi nonsense intorno alla parola alligatore, simbolo dell’America meridionale e della California.

A seguire, il pre-ritornello si allunga e Anthony chiede alla ragazza di restare e di ricercare il funk (il piacere, l’esaltazione artistica e sessuale) insieme a lui, anche se la destinazione sembra lontana. Questa lontananza viene ripresa nel prolungamento del ritornello subito successivo – ancora nell’alternanza esperienza personale – contesto hollywoodiano – in cui Anthony ci fa sapere che è alla sua arte che vuole ambire, poco importa quanto e se riuscirà a raggiungerla nella giungla losangelina.

La composizione si chiude in maniera circolare, con la ripetizione della prima strofa e l’aggiunta dell’immagine di una serenità inquieta: dormiamo sereni e leggeri in un amore inamovibile, dice Anthony alla sua compagna descritta come un salice piangente, anche in una giungla come Hollywood. Un posto in cui conviene pregare di stare bene, perché in un attimo ci si trasforma in angeli, come il popolare comico Chris Farley, portato prematuramente via da una vita di abuso di sostanze. 

Dal punto di vista musicale, la canzone si distingue per uno straordinario dialogo tra Frusciante e la parte ritmica della band, per creare uno di quelle magiche danze di John sui quattro quarti. Frusciante, Flea e Chad creano un ritmo indimenticabile con la loro conversazione musicale sulla strofa, e sempre John mette in piedi il solita perfetto e complementare sostegno vocale nel pre-ritornello.

Da segnalare l’alternanza di timbri vocali usati da Anthony, che riesce davvero a fornire un apporto musicale originale e che dà un valore aggiunto al pezzo.

Quasi due minuti di coda chiudono la canzone, con qualche secondo di introduzione da parte di Flea davvero degni di nota. La Pulce è scatenata in questa chiusura, e Frusciante esplora toni che ricordano le jam di quel periodo.


RIFERIMENTI DISCOGRAFICI

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CALIFORNICATION
[Album, 1999]