Right on Time è la quattordicesima traccia del settimo album in studio dei Red Hot Chili Peppers, Californication: una vera e propria mina vagante, sia nella tracklist del disco che nelle scalette di molti live della loro carriera. Le strofe fulminee e schizofreniche di Anthony e il roboante giro di basso di Flea, in particolare, sono una botta di adrenalina senza precedenti nella discografia dei peperoncini; l’unico istante in cui si tira un po’ il fiato è il melodioso ritornello in cui il cantante, accompagnato dai cori di John, cristallizza e rende omaggio al momento storico nel quale la canzone ha avuto origine: quel 1999 che è l’anno della “Californicazione”.
TESTO
One shot
All I need
I’ve got rhythm when I bleed
‘til death
Do us part
Break my heart so I can start
Supercalifragilistic
Kiss me in the futuristic
Twisted but I must insist
It’s time to get on top of this
It’s right on time
It’s right on time
It’s right on time, it’s right on time
It’s right on time, it’s right on time
Lookin’ fine, you’re lookin’ fine
Get on 1999
Discard
To bombard
Calling all you shooting stars
Holy cow
Bow Wow Wow
Now I’m here, I’m nowhere now
Joan of Arc reincarnated
Maybe we could be related
So much blood to circulate
And so much space to decorate
It’s right on time
It’s right on time
It’s right on time, it’s right on time
It’s right on time, it’s right on time
Lookin’ fine, you’re lookin’ fine
Get on 1999
It’s right on time
It’s right on time
It’s right on time
It’s right on time
Plain and
Simple pain
I want to but I can’t complain
Death row
Let us go
Its time to blow up for the show
All the world reverberated
Coming through we motorcaded
Vibrate when we operated
Turning up in solid stated
Oh Lord!
TRADUZIONE
Un colpo solo
È tutto ciò che mi serve
Seguo il ritmo quando sanguino
Finché morte
Non ci separi
Spezzami il cuore così posso cominciare
Supercalifragilistico
Baciami in modo futuristico
È contorto ma devo insistere
È tempo di prendere in mano la situazione
Arriva giusto in tempo
Arriva giusto in tempo
Giusto in tempo, giusto in tempo
Giusto in tempo, giusto in tempo
Stai bene, hai un bell’aspetto
Vai col 1999
Abbandona l’idea
Di bombardare
Chiamandovi tutti stelle cadenti
Porca vacca
Bow Wow Wow
Un attimo prima sono qui, quello dopo non sono da nessuna parte
Giovanna d’Arco reincarnata
Forse potremmo essere imparentati
Così tanto sangue da far circolare
E così tanto spazio da decorare
Arriva giusto in tempo
Arriva giusto in tempo
Giusto in tempo, giusto in tempo
Giusto in tempo, giusto in tempo
Stai bene, hai un bell’aspetto
Vai col 1999
Arriva giusto in tempo
Arriva giusto in tempo
Arriva giusto in tempo
Arriva giusto in tempo
Puro e semplice
Dolore
Lo voglio ma non posso lamentarmi
Braccio della morte
Lasciaci andare
È il momento di esplodere per lo show
Tutto il mondo riecheggiato
Emergendo abbiamo sfilato
Vibra il tempo in cui abbiamo operato
Comparendo allo stato solido
Oh Signore!
ANALISI DEL TESTO
Right on Time non è il vostro solito riempitivo per album di due minuti.
Indubbiamente la strutturazione “snella” del testo si discosta dallo storytelling della maggior parte delle altre canzoni dell’album, essendo costituito sostanzialmente da immagini di uno o due versi giustapposte.
Tuttavia, l’esplosiva reazione chimica generata dal ritorno di John nella formazione dà vita a una piccola gemma.
Un piccolo ordigno pronto ad esplodere, che sia per aggiungere pepe alla coda durante l’ascolto del disco, o per far saltare la folla nel bel mezzo di una scaletta.
Anthony stavolta mette insieme parole il cui suono sembra calzare a pennello sul ritmo serrato della canzone, e l’effetto è quello di sentire un ulteriore strumento aggiungersi a chitarra, basso e batteria.
Il risultato è una scarica di adrenalina che al contempo ha degli elementi raffinati, a cominciare dalla dinamica alternata della canzone, con una strofa a tutta birra e un ritornello leggero, impreziosito dall’intreccio della ritmica di Kiedis e della melodia di Frusciante.
Questo gioco di dinamica viene ripreso dalla coda, in cui al basso di Flea si sovrappone l’originale inciso mononota frusciantiano, che parte in sordina e culmina con una frustata nella finale invocazione (o imprecazione?) di AK.
Chad Smith è magistrale nell’accompagnare questo ottovolante di decibel.
Si comprende subito come la centralità del ritmo in questo pezzo derivi dalla linea di basso su cui esso si basa, e attorno al quale gli altri strumenti ruotano.
La composizione di Flea ha le sue radici nella musica dance anni Settanta e Ottanta. Il tributo alla linea di basso di “I Feel Love” di Donna Summer – vera e propria pietra miliare del genere, composta da Giorgio Moroder e Pete Bellotte – che non a caso è comparsa in più di qualche scaletta dei Peperoncini (celebre è l’esecuzione ad Hyde Park).